Si attende il terremoto giudiziario che arriverà con il pentimento di Carlo Lo Russo, il terzo dei fratelli dello storico clan dei “capitoni” di Miano che passa dalla parte dello Stato (lo avevano precedeuto da qualche anno Salvatore e poi da qualche mese Mario). Mentre si attende di conoscere attraverso i processi che si stanno celebrando le deposizioni del neo pentito, tengono di nuovo banco le dichiarzioni di Mario Lo Russo collaboratore da circa tre mesi. Ha parlato molto dei rapporti con le amministrazioni pubbliche e in maniera particolare degli ospedali napoletani e di coloro che controllavano e gestivano appalti, affari e altro. Ha raccontatoMmario Lo Russo ai magistrati della Dda napoletana:”…era Giulio De Angioletti il nostro uomo che teneva i rapporti con gli ospedali napoletani. A lui si rivolgevano in tanti, persino un carabiniere…la cosa bella è stata il fatto del carabiniere che voleva sistemare la figlia e lui col c… che l’ha sistemata”. Mentre lo stesso DeAngioletti si mise subito a disposizione per Maria Liacciardi della Masseria Cardone di Secondiglioano che lo contattò per chiedergli una sorta di raccomandazione per ottenere la terapia per un parente malato. “Il parente aveva due ore di permesso dall’una alle tre perché è malato di cuore e si andava a fare la terapia. Un bel momento non gliela diedero più e Maria Licciardi mi disse: Giulio, mi puoi fare il piacere tu che li conosci?”. mario Lo Russo ha spiegato agli inevstigatori come funzionava il “sistema Lo Russo” negli ospedali e le sue dichiarazioni hanno portato il mese scorso a una dozzina di ordinane du custodia cautelare in carcere:”…Con la società Kuadra -ha raccontato Mario Lo Russo- il clan opera all’interno di numerosi ospedali della zona collinare…L’ospedale Don Bosco è nelle mani dei Contini mentre gli ospedali della zona centrale (Ascalesi, Annunziata, Incurabili) sono pure controllati, sempre per quanto riguarda il settore degli appalti, dal clan Lo Russo tramite società gestite dal clan Lo Russo. I sindacalisti amici consentono al clan di assegnare posti di lavoro dietro pagamento, ovviamente di intesa con le ditte gestite dal clan, e in particolare con la Kuadra”.