Comincera’ il 9 dicembre prossimo ad Avellino il processo nato all’inchiesta sulla morte di operai dell’Isochimica di Pianodardine, in Irpinia, la fabbrica dove dal 1982 al 1989 si rimuoveva amianto dalle carrozze ferroviarie. Sono 23 i decessi per cui 27 rinviati a giudizio dovranno rispondere di disastro ambientale, omicidio colposo plurimo e omissioni di controllo, reato questo contestato al sindaco di Avellino Paolo Foti, nella qualita’ di custode giudiziario del sito,e al suo predecessore. A processo anche l’imprenditore Elio Graziano, titolare dell’impresa. Il pm aveva chiesto di portare alla sbarra 29 indagati. Il gup, Fabrizio Ciccone, ha accolto quasi in toto le richieste formulate dal Procuratore capo, Rosario Cantelmo, e dai sostituti Roberto Patscot e Elia Taddeo, a conclusione dell’inchiesta, per complessive 220 mila pagine sull’attività di “scoibentazione” che dal 1983 al 1988 avveniva all’interno dei capannoni di Borgo Ferrovia dell’isochimica di Elio Graziano. Il giudice ha invece prosciolto due dirigenti del comune di Avellno, Luigi Angelo Cicalese e Franco Tizzani, indagati per disastro ambientale, perché “il fatto non sussiste”. Elio Graziano è stato prosciolto per la morte di uno degli ex operai, Consiglio Vietri, deceduto per una patologia collegata alla prolungata esposizione all’amianto, ma dovrà rispondere di tutti gli altri reati contestati dall’inchiesta della Procura avellinese.Il dirigente del Comune di Avellino, Luigi Angelo Cicalese, prosciolto dal reato di disastro ambientale nell’ambito del processo Isochimica comparirà come imputato per rispondere dell’accusa di omissione di atti di ufficio. Escono definitivamente dal processo, il dirigente del Comune di Avellino, Francesco Tizzani, indagato per disastro ambientale, e Francesco Barbieri, amministratore dell’azienda incaricata, negli anni scorsi, di avviare la bonifica del sito di Borgo Ferrovia, indagato per omessa bonifica.