Un altro fronte di guerra tra i clan napoletani si è aperto nella zona Nord di Napoli. E precisamente tra la Masseria Cardone di Secondigliano regno dei Licciardi e Miano regno dei Lo Russo. Le due “stese” dell’altra notte ne sono la conferma: una a Capodimonte e l’altra nella zona della Masseria Cardone a Secondigliano. Un botta e risposta che solo per un caso fortuito non ha fatto vittime anche perché la seconda “stesa” si èverificatasotto gli occhi esterrefatti di due poliziotti di una Volante, che hanno visto fuggire a un centinaia di metri uno sciame di scooter con giovani e giovanissimi in sella. L’inseguimento non ha prodotto risultati e a nulla è servito far scattare immediatamente l’allarme via radio.I protagonisti di questo ennesimo scontro sono da una parte il gruppo che fa fa capo al latitante Vincenzo Lo Russo detto ‘ o signor (figlio del boss Giuseppe) e unico superstite della famiglia in libertà e disposto a difendere fino alla fine il territorio di Miano e della don Guanella, e dall’altra lo storico e immarciscibile clan dei Liccardi della Masseria Cardone con Pierino e Maria a capo e che vorrebbero ora occupare gli spazio delle proficue piazze di spaccio gestite dai “Capitoni” decimati dagli arresti e dai pentimenti. E’ una guerra che è solo all’inizio e che purtroppo promette scintille. Gli investigatori sono in stato di allerta.
La prima “stesa” c’è stata l’altra notte in via Capodimonte. Una telefonata al 113 ha avvertito: “Correte, stanno sparando in salita Capodi- monte”. Glia genti delle “Volanti” della Questiura di Napoli hanno trovato e sequestrato 8 bossoli di proiettili calibro 9×21, esplosi presumi- bilmente da una sola pistola. Poi dopo le 2 di notte un’altra chiamata allarmata, questa volta via radio, è giunta alla questura e a tutte le Volanti in servizio. Erano i poliziotti di turno tra Secondigliano, Miano e Scampia, che in via Comunale Acquarola hanno visto da lontano un gruppo di scooter con una ventina di giovani in sella sparare in aria.A terra la “Scientifica” ha repertato 11 bossoli calibro 7,62 da mitraglietta; 3 dello stesso calibro, inesplosi e 17 calibro 9×21 da pistola. Gli spari hanno centrato la serranda di due negozi chiusi da tem- po e un bar, chiuso a quell’ora. Il gestore ha sostenuto di non avere subito minacce e di non essere sotto racket.Della rottura tra i Liccairdi e i Lo Russo ne aveva già parlato il boss pentito Antonio Accurso della Vanella-Grassi. Il suo racconto è contenuto nell 500 pagine dell ‘ordionanza di custodia cautelare che 15 giorni fa ha inferto un altro colpo ai “Capitoni” con 24 ordinanze. Solo Enzo Lo Russo ‘o signor è riuscito a sfuggire alla cattura. ha psiegato accurso: “La rottura tra i Licciardi e Lo Russo è recente. Poco dopo gli arresti sono stato promo- tore di un incontro chiarificatore tra i Licciardi ed i Lo Russo, in qualche modo collegato a questi arresti perché si venne a creare uno squili- brio tra i Licciardi ed i Lo Russo nel senso che mentre affiliati importanti dei Lo Russo erano stati arrestati molti dei Lic- ciardi, erano stati scarcerati e questi ulti- mi iniziarono e fare pretese in danno dei Lo Russo . In particolare si rivolse a me Paoluccio Abbatiello dicendomi che volevano sistemare gli accordi con i Lo Russo in quanto non gli andava bene di ricevere solo 1000 euro a settimana dai proventi delle estorsioni del mercatino rionale del Don Guanella e volevano rin goziare gli accordi anche in materia di piazze di spaccio. Mi feci quindi promotore di un incontro per mediare tra i Licciardi ed i Lo Russo, facendo da garante. Informai Salvatore Silvestri e lui dopo averne parlato con Antonio Lo Russo che era ancora latitante, acconsentì all’incontro. Parlai con Salvatore Silvestri a Miano alla presenza di Ettore Bosti, Gennaro Palumbo ed Enzo fratello di Lellè. In questa occasione parlammo anche dell’omicidio di Raffone e del malcontento di Et- tore Bosti , che disse che non andava d’accordo con il suocero ed era tornato nel Vasto, nel Buvero, salvo poi tornare proprio per i dissidi con i Licciardi”.