La squallida storia di Pimonte dello stupro di gruppo alla 15enne cela anche altre minacce non solo alla ragazza vittima ma anche ad alcuni dei componenti della banda. Del resto il potere del capobranco nipote del boss lo inducevano al comando su tutti. E così uno dei ragazzi che aveva partecipato allo stupro qualche settimana fa si presentò in lacrime e spaventato dal parroco, don Gennaro Giordano e raccontò: “Padre, lo so. Ho sbagliato, ma se non avessi partecipato alla bravata, sarei diventato io stesso vittima del branco”. Il parroco cerca di spiegare: ” Quasi un mese fa quando hanno saputo quello che avevano combinato i figli, due famiglie sono venute a chiedere aiuto in parrocchia: c’erano anche i ragazzi. Erano pentiti. Hanno detto di aver partecipato alla violenza perché avevano paura dei ragazzi che hanno alle spalle famiglie malavitose. Hanno sostenuto di aver avuto paura di diventare a loro volta vittime di quei bulli se si fossero rifiutati di partecipare a quella che a loro sembrava solo una bravata. Un mio amico è stato minacciato solo perché aveva osato condividere la notizia su quello che è successo a Pimonte su un social. E’ una brutta storia che scaturisce dal disinteresse familiare nei confronti dell’educazione da impartire ai propri figli questa è l’età in cui i giovani, se abbandonati a loro stessi, sono a maggior rischio. Sono ragazzi che fino alla celebrazione della Prima Comunione vivono in un ambiente sano, aiutati a formarsi nei valori del rispetto reciproco. Ma per le famiglie, dopo la festa al ristorante e i fuochi d’artificio, non c’è più nulla. E i risultati sono questi. Io li avverto dall’altare. Noi qui offriamo tante attività , giochi, gite. Non è vero che questi giovani non hanno altre opportunità di svago nel nostro piccolo Comune. Perché, purtroppo, chi ha coltivato questa perversione, lo ha fatto per divertirsi. E’ stato uno ”svago”. Non è stato fatto per soldi, solo per passare il tempo con gli amici. Tutto questo però ora assume le sembianze dell’orrore.Le famiglie che si sono rivolte a me non hanno in alcun modo cercato di giustificare i figli. Erano distrutte. E incredule. E’ una cosa orribile, mi hanno detto e mi hanno chiesto di occuparmi dei figli quando la vicenda si sarà conclusa. Io sono pronto a farlo”.