Napoli, ergastolo al boss Mazzarella e tre affiliati per gli omicidi dei due fratelli rom innocenti e di quelli della faida con i Mauro

Fine pena mai per il boss Francesco mazzarella accusato di essere il mandante del duplice omicidi dei due fratelli rom innocenti, scelti a caso tra quelli che abitavano nel campo di Secondigliano solo per soddisfare il suo desiderio di vendetta  che pochi giorni prima, mentre era ai domiciliari e riposava in casa con moglie e figli, aveva subìto un furto in casa. Con il boss sono stati condannati al massimo della pena anche  tre suoi fedelissimi: Alfonso Criscuolo, Giuseppe Di Vaio e Carlo Radice. Anche la Procura (pm Antonella Fratello) aveva chiesto il massimo della pena per gli imputati. Il verdetto è stato deciso dal giudice Alessandra Ferrigno. C’è stata la condanna anche per due ex affiliati passati nel frattempo a collaborare con la giustizia: Giuseppe Persico, per il quale sono stati decisi sedici anni di reclusione, e Errico Autiero, condannato a dodici anni. Quattro gli omicidi al centro del processo: non solo l’agguato, avvenuto nel 2004, al campo rom di Secondigliano che ebbe come vittime i fratelli Mirko e Goran Radosavljevic, ma anche l’omicidio di Francesco Ferrone, ucciso il 3 febbraio 2004 nell’ufficio del garage in zona Mercato, e l’omicidio di Antonio Scafaro, ucciso il 6 marzo del 2005 sotto una raffica di proiettili in pieno giorno e tra la gente nella centralissima piazza Mercato. Le indagini hanno ricostruito, per questi due ultimi delitti, dinamica e movente riconducendoli agli scontri al tempo in atto con la famiglia dei Mauro di Forcella.

Articolo precedenteEstorsione al mercato dei fiori tra Castellammare e Pompei: 120 anni di carcere al clan Cesarano
Articolo successivoTorre Annunziata, il baby boss Perna voleva uccidere Aldo Gionta