Napoli ricorda il vice commissario Ammaturo e il giudice Alemi “Scotti? Sa molto, speriamo parli davvero”

“C’è da sperarlo, per chi, come Ammaturo, è stato ucciso per fare il proprio dovere e dopo 35 anni si vede ancora i muri chiusi davanti per il segreto di Stato”. Così Carlo Alemi, ex presidente del Tribunale di Napoli, parla della possibilità di conoscere nuovi elementi sull’omicidio di Antonio Ammaturo, vicequestore ucciso dalle Brigate Rosse, sul rapimento Cirillo ed altri casi irrisolti del passato, in seguito alla decisione di rispondere alle domande dei magistrati di Napoli di Pasquale Scotti, ex braccio destro del superboss della camorra, Raffaele Cutolo. “Tante situazioni oscure rimangono tali – afferma il magistrato – l’augurio, che dovremmo fare allo Stato e alla Repubblica è che si sappia qualcosa”. “Per quanto riguarda la sincerità e credibilità di Scotti – aggiunge Alemi – si potrà vedere solo nel momento in cui avrà fatto le sue dichiarazioni e ci saranno i riscontri”. “Il rapporto tra Stato, camorra e Brigate Rosse – afferma Alemi, all’epoca giudice istruttore nell’inchiesta Cirillo – c’è stato, lo ha stabilito una sentenza della Cassazione. La sentenza relativa al sequestro Cirillo ha affermato con certezza l’esistenza tra Stato e queste organizzazioni criminali terroristiche e non”. “Scotti potrebbe dire tante cose e ci auguriamo che lo farà – potrebbe parlare del sequestro Cirillo, dell’omicidio Ammaturo che era un poliziotto, un mastino che aveva fatto indagini che non sono mai uscite fuori – conclude l’ex presidente del Tribunale di Napoli – io avevo chiesto al Ministero dell’Interno una copia del rapporto che lui disse al fratello di aver inviato, potrebbe parlare dell’omicidio Calvi”. Sono trascorsi 34 anni dall’ omicidio di Antonio Ammaturo, vicequestore ucciso a Napoli in Piazza Nicola Amore dalle Brigate Rosse, nel 1982. Oggi, come ogni anno, Ammaturo è stato ricordato prima con la deposizione di una corona nel luogo dell’omicidio, in cui, con il “poliziotto di ferro”, come molti lo ricordano, perse la vita anche l’agente scelto Pasquale Paola con il quale si stava recando in Questura, poi con la cerimonia di premiazione dei vincitori della settima edizione del premio a lui dedicato. “Ancora oggi Ammaturo dà un esempio che può sembrare banale e scontato e invece non lo è – ha affermato il questore, Guido Marino – l’esempio del proprio dovere che sembra un concetto fuori moda, ma è attuale”. Era ed è il simbolo “non solo del proprio dovere, ma anche della preparazione, della dedizione e di quel concetto di squadra che aveva sviluppato e applicato soprattutto a sé stesso, con i risultati che tutti conosciamo”. Nel corso della commemorazione nella Basilica di San Giovanni Maggiore sono stati consegnati i premi ai poliziotti della sezione omicidi della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Acerra. Altri due attestati sono stati consegnati agli agenti del Commissariato San Giovanni Barra e della Polizia Postale e un attestato è stato consegnato anche agli atleti delle Fiamme Oro della squadra di “nuoto di gran fondo”.

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