Napoli: tra i 93 falsi invalidi ci sono anche un trafficante di droga,il titolare di un prestigioso negozio di abbigliamento napoletano e la moglie di un dipendente Inps

Figurano anche un trafficante di droga, un macellaio, il titolare di un prestigioso negozio di abbigliamento napoletano e la moglie di un dipendente dell’Inps tra i 93 falsi invalidi a cui i finanzieri hanno sequestrato beni per 5,8 milioni di euro; il provvedimento emesso dal gip ammonta però a 9 milioni. Il pregiudicato per traffico di droga, attualmente in carcere a Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino), oltre ai proventi della vendita della droga avrebbe incassato dall’Inps circa 100mila euro. Il macellaio, che ha il negozio a Marano avrebbe intascato 82mila euro; il negoziante d’abbigliamento si sarebbe messo in tasca, indebitamente, 65mila euro mentre la moglie del dipendente dell’Inps avrebbe riscosso mensilmente la pensione accumulando 95mila euro. Tra gli indagati anche tre coppie di falsi invalidi che hanno truffato all’Inps, rispettivamente, 181mila euro, 160mila euro e 150mila euro; due sorelle, invece, avrebbero intascato ben 190mila euro. Sequestrati 54 immobili, per 5,5 milioni di euro; 2 auto e 2 moto, per 20mila euro e conti correnti per 250mila euro. Sono stati alcuni dipendenti della pubblica amministrazione a realizzare “ad arte” le documentazioni attestanti le falsi invalidità che poi si trasformavano in pensioni e indennità di accompagnamento: la circostanza è emersa nell’ambito delle indagini che oggi si sono concluse con un sequestro di beni da parte della Guardia di Finanza di Napoli a 93 falsi invalidi. I dipendenti “infedeli”, inoltre, si occupavano anche di far “viaggiare” gli incartamenti in maniera che giungessero a rapida approvazione. Nessuno dei 93 indagati, è ancora emerso, ha mai presentato, nel loro distretto sanitario di competenza una domanda di riconoscimento dello stato di invalidità. Inoltre il punteggio minimo concesso a ciascuno dei 93 falsi invalidi è stato sempre superiore al 74%, cioè oltre la soglia minima, in modo da percepire l’assegno con cadenza mensile. Solo in rari casi è stata disposta la visita medica di accertamento da parte della Commissione Invalidi Civili e quando gli esiti erano negativi, venivano realizzati “ex novo” i verbali attestanti false invalidità. In sostanza, sostengono gli investigatori, le pensioni e le indennità di accompagnamento sono state concesse quasi esclusivamente sulla base di falsi incartamenti e in molti casi sono stati riconosciuti anche gli arretrati.


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