Omicidio Amendola: la Cassazione boccia la nuova richiesta di arresto per il baby boss Formicola e suo cugino

La Cassazione ha bocciato la nuova richiesta di arresto per il baby boss Gaetano Formicola, ‘o chiatto figlio del boss di San Giovanni a Teduccio, e il cugino Giovanni Tabasco “birillino”, indagati dalla Dda di Napoli per l’omicidio di Vincenzo Amendola, il 18enne che nel febbraio scorso fu ucciso e seppellito in una zona di campagna nei pressi del laghetto a pochi metri dal Bronx di San Giovanni. La prima sezione della Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso della Procura che chiedeva il ripristino della custodia cautelare in carcere per i due indagati, proponendo una diversa valutazione delle dichiarazioni  del giovane pentito Gaetano Nunziato(unico arrestato) che aveva partecipato con loro alla missione di morte e degli indizi emersi nel corso delle indagini. È passata la linea della difesa (avvocato Leopoldo Perone) che aveva ottenuto la scarcerazione già dal Tribunale del Riesame sostenendo che dal contenuto delle intercettazioni telefoniche e dal racconto di Gaetano Nunziato. non emergerebbe un coinvolgimento diretto e univoco dei due indagati. Mancherebbero i riscontri, quindi la prova. Gaetano Formicola e Giovanni Tabasco furono arrestati a marzo  in un casolare di campagna a Viterbo dove si erano rifugiati dopo aver saputo di essere ricercati per omicidio e occultamento di cadavere. Nunziato, arrestato quasi subito aveva raccontato i retroscena della terribile fine di Vincenzo Amendola: il 19enne era stato sequestrato e condotto in un luogo appartato, nella zona di piazzetta Aprea. Qui i responsabili avrebbero assassinato il 18enne e si sarebbero liberati del cadavere seppellendolo in un fondo agricolo. Prima che il corpo fosse rinvenuto i genitori di Amendola ne avevano denunciato la sua scomparsa. Ma non è solo sui responsabili che bisognerà fare luce. Manca infatti una lettura chiara sul movente del delitto del 18enne. I giudici del Riesame, infatti ritennero non del tutto credibile la versione del collaboratore di giustizia Nunziato che aveva parlato di una pista di tipo passionale. Resta ora da attendere il deposito delle motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione che ha portato i giudici a ritenere inammissibile la proposta di ripristinare la custodia cautelare per i due indagati. Gaetano Formicola però ora si trova in carcere per una condanna defintiva a 6 anni di reclusione nei suoi confronti per il  tentato omicidio di Alfonso D’Amico, esponente di spicco dell’omonimo clan del “Bronx”in guerra con i Formicola, avvenuto il 21 marzo del 2013.

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