Sono arrivate le condanne per la banda di rapinatori di Rolex della zona vesuviana.I giudici della prima sezione penale del tribunale di Torre Annunziata presidente Francesco Todisco hanno condannato a cinque anni di reclusione il basista incensurato Simone Langella, 36enne stabiese e figlio di un imprenditore di Pompei, e a cinque anni e mezzo due dei rapinatori, i pregiudicati Vincenzo e Tommaso Esposito, padre e figlio di 50 e 27 anni, di Cercola e Massa di Somma. L’indagine era partita circa due anni fa. Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, Langella aveva attirato in una trappola le sue vittime, invitandole a prendere un caffè a Pompei per poi pattuire l’acquisto dei Rolex per una gioielleria. All’appuntamento, però, si fecero trovare anche gli Esposito ed un altro complice che, pistola in pugno, riuscirono a farsi consegnare il bottino, sette orologi per un valore commerciale di almeno 17.200 euro. Nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura di Torre Annunziata, i poliziotti sono riusciti a risalire anche ad altre due persone che avevano preso parte al colpo, arrestate in due distinte operazioni. I Rolex, una volta rapinati, erano stati piazzati rapidamente sul mercato nero degli orologi ed erano stati ritrovati a Roma, Torre del Greco e Napoli, nell’abitazione di un collezionista e in due gioiellerie che li avevano tra la merce in vendita.Con i tre era stato arrestato anche il pregiudicato stabiese Pasquale Sicignano condannato nei mesi scorsi e poi altri due compolici in attesa di essere giudicati. Si tratta di Pasquale Salvatore Di Ronza, 26enne di Cercola, resosi irreperibile dopo i primi 4 arresti e Salvatore Esposito, 22 anni, originario di Massa di Somma.
(nella foto da sinistra in alto Tommaso Esposito, Simone Langella, Pasquale Sicignano e Vincenzo Esposito)