E’ Umberto De Luca Bossa, 23enne figlio del boss detenuto Antonio detto “Tonino ’o sicco il gestore del circolo ricreativo di via Cleopatra in cui l’8 giugno scorso è stato ucciso Raffaele “Ultimo” Cepparulo, il reggente dei “Barbudos”. Avrebbero tentato di ucciderelo due volte ma in entrambe le circostanze sarebbe riuscito a sfuggire ai killer. Il giovane, come racconta Il Roma in edicola, è stato sentito dagli investigatori ma avrebbe smentito le due circostanze. Le indagini degli investigatori, partite dal racconto di fonti confidenziali, stanno mirando a capire cosa si muove negli ultimi tempi nel delicato scacchiere criminale di Ponticelli e dintorni. Il blitz “Delenda” del 21 giugno scorso ha inferto di sicuro un colpo quasi mortale alla cosca dei D’Amico “fraulella” e ora è probabile che i nemici storici De Mico “Bodo” abbiano pensato di sferrare l’attacco finale per prendere anche il controllo del rione Conocal. L’ipotesi del duplice agguato al figlio del boss Antonio De Luca Bossa si inquadra in questa ipotesi investigativa. Il fatto che qualcuno al rione Conocal abbia “ospitato” un esiliato scomodo come Raffaele “Ultimo” Cepparulo poi ucciso nel circolo gestito da Umberto De Luca Bossa deve aver “infastidito” non poco i “Bodo” che hanno pensato di eliminare il giovane reo di aver consentito un agguato al Conocal senza “il permesso” dei De Micco. Il troppo clamore mediatico dovuto anche alla morte del giovane innocente Ciro Colonna ha portato troppa attenzione degli investigatori nella zona con la conseguenza che gli affari della cosca sono diminuiti per la presenza di più costante delle forze dell’ordine nel rione. Ecco perché gli investigatori ritengono che l’agguato al gestore del circolo del lotto 0 di via Cleopatra abbia avuto una duplice finalità. Il giovane però ha negato. Ma le indagini continuano.