Rione Traiano, il procuratore Paolo Palermo ricorda il baby calciatore Antonio Gravina: “Aveva le qualità per diventare un professionista”

“La Virtus Entella ricorda con profondo dolore Antonio Gravina, per alcuni mesi nel nostro settore giovanile, nella formazione Under 17, la cui vita è stata spezzata da un tragico incidente stradale due sere fa nella sua Napoli. Alla famiglia e al cugino Nello Cutolo l’abbraccio commosso di tutta la società”. E’ questo il messaggio che la società ligure di serie B ha inviato alla famiglia di Antonio Gravina il baby calciatore del rione Traiano morto sabato notte in conseguenza di un incidente stradale avuto in via Marco Aurelio. La dinamica dell’incidente è ancora poco chiara e ora gli investigatori stanno aspettando di  interrogare gli amici che si trovavano con lui e che sono rimasti feriti in maniera lieve ma che hanno lasciato subito l’ospedale.  Il procuratore di calcio Paolo Palermo, che assiste l’attaccante Nello Cutolo da due anni in Liguria con l’Entella e cugino di Antonio Gravina, stamane dalle colonne del quotdiano Il Roma parla del baby calciatore morto. “Voleva diventare un calciatore professionista, aveva un talento innato. Per Antonio suo cugino Nello era un idolo. Un ragazzo straordinario, simpatico, un centrocampista dal grande talento tecnico – racconta – Già quando aveva sei o sette anni giocava a calcio come tutti i ragazzini nel rione, poi andando avanti cominciammo a vedere che aveva un bel tocco di palla. Mi dicevano tutti: sai c’è Antonio che promette bene. Quando compii 12 anni lo portai alla Puteolana 1909 da Gennaro Fiore e lì cominciò a fare sul serio. Alla Puteolana calcio 1909 è stato due anni. Compiuti i 14 anni lo proposi al settore giovanile del Livorno Calcio, do- ve allora giocava suo cugino, nella prima squadra .Era un ragionatore del centrocampo, le cose difficili le faceva diventare semplici con un tocco o con due tocchi. Il tipico “regista” del campo e un grande spirito di squadra. La sua caratteristica era il “tocco” che faceva girare tutta la squadra”. Da circa un anno per il 16enne era arrivata l’esperienza nell’Entella, nella formazione Under 17: “Quando si trasferì all’Entella a Chiavari – racconta Palermo – aveva un po’ di nostalgia della famiglia. Noi lo chiamavamo, lo esortavamo a resistere per la sua carriera. Ma fu solo inizialmente perchè comunque lui era determinato, spinto dalla grande passione per il calcio, nonostante la lontananza da casa. Stava promettendo bene. Lo guardavamo con occhi diversi, come si guarda un giovane che ha futuro in questo mestiere. Aveva tutte le qualità per diventare un calciatore professionista. È una grande perdita”.


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