Scafati, la rivelazione choc del pentito Loreto: “I Ridosso erano con la Paolino e il clan organizzò l’incontro”

 Il sindaco non lo volle nelle liste elettorali a supporto della sua candidatura perché aveva un nome altisonante, Ridosso, ma lo chiamò per l’appoggio elettorale alla moglie nelle elezioni del 2015. Il pentito Alfonso Loreto parla all’antimafia dell’apporto elettorale della cosca a Monica Paolino, consigliere regionale eletta nel 2015 ed ex presidente della commissione anticamorra, dimessasi dopo l’avviso di garanzia ricevuto a settembre. E dunque, secondo il collaboratore di giustizia l’ex presidente della commissione regionale anticamorra sarebbe stata eletta anche grazie ai voti del clan Ridosso-Loreto. Loreto è certo, la richiesta di sostegno viene concretizzata il 30 maggio del 2015, una settimana prima del voto, quando Luigi Ridosso – figlio di Salvatore, ucciso nel 2002 – organizza, insieme a Ciro Petrucci, componente del consiglio di amministrazione dell’Acse, la cui nomina fu sponsorizzata proprio dal clan – una riunione nel piazzale della ditta di trasporti del marito di Anna Ridosso, sorella di Salvatore e Romolo: i boss. “Per le Regionali – racconta Alfonso Loreto all’Antimafia – lui (il sindaco Pasquale Aliberti, ndr) chiama un’altra volta Andrea Ridosso, che nel frattempo lavorava al Piano di zona, per un appoggio per la moglie”. Ad occuparsi di portar persone, circa 100-120, in quell’abitazione di via Domenico Catalano furono Giovanni Immediato – cognato di Ciro Petrucci e in qualche caso autista di Alfonso Loreto –, Luigi e Andrea Ridosso insieme proprio a Ciro Petrucci. “Era una casa – aggiunge – dove portavamo persone vicino a noi, familiari, amici; dovevamo portare gente per fare sentire questo discorso e portare voti alla Paolino”. Secondo il pentito, la candidata fu accompagnata a quella riunione elettorale da Giovanni Cozzolino, lo staffista del sindaco Aliberti già destinatario di un avviso di garanzia per associazione per delinquere, corruzione e concussione nel settembre scorso. A confermare quella riunione raccontata la Loreto, anche Nello Longobardi, patron dello Scafati basket e imprenditore conserviero, che era presente quella mattina: “Ci sono stato un quarto d’ora. Mi invitò Ciro Petrucci e là ci stava anche Luigi Ridosso”. Le indagini dei carabinieri confermano che quella mattina i telefoni cellulari di numerosi protagonisti della riunione agganciavano alla cella telefonica situata nei pressi dello stadio comunale e quindi dell’abitazione di Anna Ridosso. In particolare, il cellulare di Ciro Petrucci era “bollente”. Telefonate e sms per invitare le persone a partecipare all’incontro, alla “parlata” della Paolino. Una riunione che doveva tenersi la sera prima, ma che fu rinviata “causa maltempo”, tanto che proprio il 29 maggio del 2015 ci furono numerosi contatti telefonici tra Petrucci e Giovanni Cozzolino, l’accompagnatore della candidata. La ricostruzione di quella riunione elettorale, organizzata dal clan, è tra le prove che il sostituto procuratore Vincenzo Montemurro porta all’attenzione dei giudici del Riesame che dovranno rivedere la richiesta di arresto in carcere, per il reato di scambio di voto politico-mafioso, nei confronti del sindaco Angelo Pasqualino Aliberti, del fratello Nello Maurizio, e di Luigi e Gennaro Ridosso. (r.f.)


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