“Se vuoi essere la mia fidanzata dobbiamo fare sesso”, l’amore per il nipote del boss diventato un incubo per la 15enne di Pimonte violentata dal branco

Una infatuazione da adolescente più che un vero amore che si è trasformato in un vero incubo per la ragazzina di 15 anni di Pimonte violentata a ripetizione da quello che sperava fosse il suo primo amore e dai suoi amici. “Se vuoi essere la mia fidanzata dobbiamo fare sesso”: l’aveva convinta così ad avere un rapporto sessuale con lui, approfittando dell’infatuazione che lei provava per quel ragazzo, fin da piccola. Un legame pericoloso che ha condotto la ragazzina 15enne a subire per ben tre volte violenza sessuale, alla quale partecipavano e assistevano gli amici del presunto fidanzatino. Dodici i ragazzi di Pimonte, Gragnano e Vico Equense destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari in una comunità, emessa dal Gip del Tribunale per i minori di Napoli, su richiesta del sostituto procuratore. Un’indagine partita a giugno scorso quando la ragazzina, spinta dai genitori, denuncò quanto le ra accaduto per quel rapporto con il nipote del boss del clan Afeltra-Di Martino. Lui, pur di fare sesso con quella ragazzina, aveva perfino finto di essere il suo findanzato. Aveva chiamato, ogni volta a raccolta i suoi amici, tutti minorenni, per far filmare i rapporti sessuali e poi ricattare la vittima. “Metto il video su whatsapp se non stai ancora con me”.
E’ mingherlino e non supera il metro e sessanta di altezza il leader del “branco” che ha fatto violentare a più riprese la sua fidanzatina 15 enne, e l’ha ricattata minacciandola di pubblicare i video dei rapporti sessuali sui un social network. Il ‘capobranco’ appartiene a una famiglia legata a un boss locale, è il nipote di un boss del clan Afeltra-Di Martino, ma anche altri componenti del branco hanno legami familiari con la camorra locale. Uno è il nipote di Annamaria Molinari, moglie del boss Leonardo Di Martino ‘o lione, capo dei narcos dei Monti Lattari. La donna è latitante da una settimana perché deve scontare una condanna definitiva a sei anni e 4 mesi di carcere per associazione mafiosa. Il minorenne avrebbe assimilato negli anni una mentalità della sopraffazione esercitata mediante il ricatto e la minaccia anche attraverso il web, spiega il Gip nella sua ordinanza. I fatti erano diventati di dominio pubblico circa 20 giorni fa, in seguito ad un articolo apparso su un sito internet che annunciava l’avvio di indagini per una presunta violenza di gruppo da parte di minorenni ai danni di una 15enne, accostando la storia all’analoga vicenda accaduta a San Valentino Torio. E il capobranco aveva sfidato l’autore dell’articolo in piazza costringendolo ad eliminare quella notizia dal web. Per tre volte, secondo l’accusa, avrebbe fatto sesso con la sua fidanzatina, ogni volta chiamando a raccolta i suoi amici di Gragnano e Vico Equense, per farli partecipare e filmare le violenze. Stamattina, i carabinieri della Compagnia di Castellammare, insieme a quelli della stazione di Pimonte e Gragnano hanno eseguito l’ordinanza cautelare. Undici minori sono agli arresti in comunità, mentre il dodicesimo che ha meno di 14 anni è stato affidato ai genitori.
Tre dei minori coinvolti sono legati a vincoli di parentela con esponenti del clan locale, mentre gli altri appartengono a famiglie di origini umili: operai, manovali, casalinghe che stanno vivendo questa storia con grande vergogna e dolore. Anche la ragazza appartiene ad una famiglia modesta, sono stati proprio i genitori sentito il racconto della ragazzina a spingerla a denunciare tutto ai carabinieri.


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