Ufficialmente erano imprenditori dichiarati falliti, a seguito della sentenza del Tribunale di Torre Annunziata che aveva constatato come accanto alla Deiulemar compagnia di navigazione – la società armatoriale il cui crac quattro anni fa aveva cancellato 720 milioni di euro investiti da tredicimila persone – operasse anche una “società di fatto” composta dagli stessi armatori del gruppo a Torre del Greco. Eppure, nonostante ciò, per gli investigatori, continuavano ad avere un tenore di vita alto e soprattutto a condurre operazioni di acquisizione di quote societarie. Una di queste è stata scoperta dagli uomini della Guardia di Finanza, che oggi hanno riportato in carcere i fratelli Pasquale e Angelo Della Gatta, due degli armatori già coinvolti nel luglio di quattro anni fa nel crac multimilionario della Deiulemar compagnia di navigazione. Con loro è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare anche un imprenditore della provincia di Verona, Dante Di Francescantonio, considerato titolare di fatto di una società immobiliare del Salernitano che i Della Gatta stavano provando ad acquisire intestando a terze persone immobili nel Cilento. Posti sotto chiave anche beni per un valore complessivo di 500mila euro: in particolare due auto (un’Audi 3 e una Smart) e una moto (una Yamaha T Max) intestate a prestanomi con la scopo – è il convincimento degli uomini della Guardia di Finanza del nucleo di Polizia tributaria di Napoli e della compagnia di Torre del Greco che hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Torre Annunziata nell’indagine coordinata dalla Procura oplontina – per sottrarle alla curatela fallimentare e di conseguenza ai creditori. Angelo e Pasquale Della Gatta erano finiti più volte nel mirino degli obbligazionisti della Deiulemar compagnia di navigazione per la vita agiata che continuavano a svolgere anche dopo la dichiarazione del fallimento della società di fatto, che in pratica aveva azzerato tutti i beni a loro disposizione. In una circostanza, in particolare, Pasquale Della Gatta era stato visto e filmato in un locale “in” dell’isola di Capri. Video che era poi finito in rete attraverso i social media, accompagnato dai commenti decisamente polemici dei risparmiatori che da oltre quattro anni puntano a recuperare i soldi investiti nella Deiulemar.L’indagine che ha portato all’esecuzione delle ordinanze di custodia in carcere è stata condotta anche attraverso intercettazioni ed acquisizione di e-mail ed ha consentito di accertare che i fratelli Pasquale e Angelo Della Gatta avevano continuato – scrive il Procuratore di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico – “a disporre di ingenti riserve di liquidità da impiegare nell’ambito di un consistente investimento immobiliare in cui gli stessi risultavano essere coinvolti in prima persona, nonché di cristallizzare la disponibilità , per interposta persona, di beni mobili”. I fratelli Della Gatta erano stati arrestati anche nel luglio 2012, nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della “Deiulemar Compagnia di navigazione”, insieme alla sorella Micaela, alla figlia dell’ex ad della Compagnia Michele Iuliano, Giovanna Iuliano, e Leonardo Lembo. Agli arresti domiciliari finì anche la loro madre, Lucia Boccia, di recente deceduta. In primo grado, nel luglio 2014, i fratelli Della Gatta sono stati condannati a 17 anni e 2 mesi di reclusione ciascuno. Il processo di Appello è iniziato a Roma la scorsa settimana.