Il Tribunale di Napoli ha inflitto venti anni di reclusione ad Aniello Mormile, il  30enne dj di Pozzuoli che circa un anno fa provocò un terribile incidente stradale guidando ubriaco e contromano sulla tangenziale di Napoli: nel terribile impatto, avvenuto la notte tra 24 e 25 luglio del 2015, morirono la fidanzata, Livia Barbato, 20 anni, e un’altra persona, Aniello Miranda, di 48 anni, un uomo di Torre del Greco che viaggiava sulla sua vettura e che stava andando al lavoro. Aniello Mormile – riconosciuto colpevole di omicidio volontario al termine del processo con rito abbreviato – percorse cinque chilometri contromano, alcuni addirittura a fari spenti, per poi finire la sua corsa contro l’auto di Miranda che si stava recando al lavoro, uccidendolo sul colpo. Nell’impatto, violentissimo, perse la vita anche la fidanzata di Mormile, poco dopo il ricovero nell’ospedale Cardarelli. Quando è stata letta la sentenza i parenti di Miranda hanno urlato frasi ingiuriose nei confronti dell’imputato.La condanna a 20 anni è arrivata dal giudice Rosa De Ruggero che ha letto la sentenza dopo essersi ritirata in camera di consiglio. La sentenza è stata letta dopo le brevi repiche,  che hanno aperto l’udienza, da parte del pm Salvatore Prisco, titolare del fascicolo, e dell’avvocato Andrea Raguzzino che rappresenta i familiari di Livia costituitisi parte civile. Una breve replica c’è stata anche da parte  degli avvocati Gaetano Baccari e Gaetano Porto, difensori di Mormile.Tutti hanno voluto ribadire le proprie posizioni. Pm e parte civile sostengono la tesi dell’omicidio volontario, la difesa quella dell’omicidio colposo. Per l’accusa Mormile era lucido alla guida in quella maledetta notte, per la difesa era invece in preda a un black out alcolico. Due diverse tesi a confronto, dunque. Ora si attende la decisione del giudice. Per Mormile il pm Prisco, del pool coordinato dal procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, ha chiesto una condanna a venti anni di reclusione. Mormile, unico imputato, è processato con rito abbreviato.
Mormile aveva bevuto tanto, ma non aveva fatto uso di sostanze stupefacenti; tuttavia aveva deciso di andare contromano sull’arteria stradale. Questo hanno sostenuto il pm Salvatore Prisco e la difesa della famiglia di Livia, sostenuta dall’avvocato Andrea Raguizzino. Di diverso avviso invece l’avvocato Gaetano Baccari, che assiste Mormile, che invece spingeva per la derubricazione del reato in omicidio colposo. “Mio nipote era una persona perbene che si stava andando a guadare da vivere e ha incontrato per la strada un animale che gli ha tolto la vita”, dice dura la zia di Miranda, il commerciante di Torre del Greco di 48 anni, che quella mattina era diretto nel Casertano e ha impattato frontalmente l’auto del dj. “I delinquenti stanno fuori ed hanno usato la scure contro mio figlio”, replica la signora Rita, madre dell’imputato. “E’ una tragedia immensa per tutti”, ha concluso.