Agguato a Materdei: il ruolo del camorrista social Ciro Marfè e “dell’anziano” Amodio da Secondigliano alla “Paranza dei bimbi”

Viveva la camorra social come molti giovani che attraverso il web inviano e ricevono messagi. Anche Ciro Marfè, una delle due vittime dell’agguato di ieri pomeriggio al vico Nocelle a Materdei era tra questi. Anche il suo profilo facebook è un manifesto della criminalità. Ha messo come didascalia alla sua foto di copertina “Nato per combattere”- Un tatuaggio sul petto con la scritta Love fatta da una pistola rovesciata al posto della L una granata al posto della O, un rasoio al posto della V e un mitra al posto della E. Simile a quello  che aveva reso famoso Eaffaele “Ultimo” Cepparulo esponente di primo piano dei “Barbudos” Genidoni-Esposito-Spina ucciso due mesi fa a Ponticelli. Ma probabilemnte è stato solo un caso visto che i due che si sono conosciuti nel rione Sanità poi sono state su sponde opposte.  Ciro Marfè era considerato come il boss Salvatore Esposito ucciso con lui un personaggio in ascesa: esponente della famiglia e del clan Sequino della Sanità ma anche dei Contini del Vasto-Arenaccia. Con le due vittime c’era anche Pasquale Amodio, rimasto ferito gravemente ma se la caverà.Amodio era il più anziano dei tre e con un curriculum criminale di tutto rispetto. Legato a doppio filo agli “scissionisti” di Scampia del gruppo-Abete-Abbinante-Notturno con il quale compie un’estorsione e poi passa a pieno titolo nei vertici della “Paranza dei bimbi” di Forcella. Fu beccato nel dicembre del 2015 mentre teneva un summit al vico Zuroli a Forcella insieme con esponenti dei Savarese  e dei Giuliano. Era uno di quelli che ha sempre gestito il traffico di droga. E la suqa presenza ieri al summit di vico Nocelle ne è la testimonianza evidente.

(nella foto tratta da fecbook, una delle due vittime Ciro Marfè)


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