Lo scenario è chiaro. I Mazzarella e in particolare il gruppo Barile si sarebbe alleato con i Festa ed avrebbe organizzato, con l’autorizzazione di altri clan di Napolie in particolare con quelli di Secondigliano, l’eclatante azione che ha portato all’uccisione di Salvatore Esposito e Ciro Marfè e al ferimento di Pasquale Amodio la scorsa settimana al vico delle Nocelle a Materdei.Il fatto che il commando di moto dei sicari sia fuggito in direzione Secondgiliano non lascia adito a dubbi: gli esperti sicari, che non hanno sbagliato un colpo, venivano dalla zona Nord di Napoli. Gli inevstigatori hanno messo in campo le migliori intelligenze per capire cosa si è mosso e chi si è mosso per compiere un’azione così eclatante.
Il gruppo Esposito, guidato da Salvatore, aveva un unico obiettivo: quello di scalzare via i vecchi Lepre e i Festa che si stavano affacciando nella zona a ridosso tra il corso Vittorio Emanuele e piazza Dante. Una zona cuscinetto che è molto importante per gli affari criminali del quartiere. E allora con l’appoggio dei Tolomelli del rione Sanità, dei Sequino-Giuliano-Amirante-Brunetti che dominano gli affari di Forcella e dei Decumani, ma soprattuto con la discesa in campo dei Contini e in particolare del gruppo del Buvero, ovvero di Sant’Antonio Abate, di cui Marfé faceva parte, avevano deciso di fare un patto strategico per la gestione della droga e delle estorsioni ai commercianti del quartiere. Ebbene questo non è andato giù agli altri boss della zona, i Festa-Hudelka-Grandelli, vale a dire di quello che viene ritenuto il gruppo rivale nella conquista delle piazze del Cavone, che hanno deciso di allersi con i Mazzarella e in particolare al gruppo dei Barile. E così hanno inscenato l’omicidio.
La tensione sarebbe salita nei mesi scorsi quando gli Esposito, forti del loro gruppo di fuoco e delle loro alleanze, hanno chiesto la tangente ad un negozio che sarebbe gestito proprio dal gruppo Cimmino del Vomero. Questo era un affronto che ha fatto subito il giro del quartiere e dei boss nemici che si sono organizzati per poter ammazzare il 32enne di via Francesco Saverio Correra.
A febbraio c’è stata invece un’altra azione eclatantedegli Esposito. Una paranza di ragazzi avrebbe messo a soqquadro la zona di via Imbriani con una sparatoria in pieno centro. Colpi di pistola esplosi in aria tra le persone che erano incredule, non potevano immaginare di assistere a quanto stavano guardando.
E così dopo il duplice omicidio inizia a delinearsi con precisione anche la dinamica e il movente che hanno portato al ferimento di Luigi Raia. Il 23enne è il cognato del boss ucciso Salvatore Esposito. Il 29 febbraio scorso disse ai poliziotti del commissariato di essere stato prima picchiato davanti ad una sala giochi di via Tarsia da quattro uomini incappucciati e poi ferito al braccio con un colpo di arma da fuoco mentre cercava di scappare. la sua fuga si concluse all’interno del commissariato. Ora è tutto più chiaro. I nemici di Esposito erano davvero tanti. E l’errore del summit senza protezione gli è costato la vita.