Gli investigatori stanno riavvolgendo il nastro fino a due anni fa circa per cercare di trovare gli indizi utili alle indagini sul duplice omicidio della scorsa settimana al vico delle Nocelle a Materdei. Quella che fu etichettata come la “faida dei cazzotti” sembra essere stato un vero e proprio prequel del nuovo film della camorra del centro storico di Napoli. Veri e propri episodi di squadrismo urbano, una sorta di guerra a mani nude (o a colpi di spranghe) consumata tra piazza Dante e piazza Bellini: quelli del Cavone vogliono prendersi piazza Dante e non vogliono che, dall’altra parte, i Mastiffs spaccino droga in piazza Bellini. La faida dei cazzotti, si disse. Atto di nascita del gruppo del boss Salvatore Esposito, cresciuto all’ombra del boss Ciro Lepre ‘o sceriffo, ucciso nell’agguato in cui è rimasto vittima anche Ciro marfè e ferito Pasquale Amodio, dopo aver chiuso un accordo per la riorganizzazione delle piazze di spaccio in una fetta di centro storico. Notti di paura, un anno e mezzo fa: tra i fiumi di birre e i fumi dell’hashish a pochi metri dalle ringhiere delle mura greche di piazza Bellini. Sembravano – sulle prime – risse banali, scontri urbani nati tra ubriachi o “guagliunera” su di giri, senza un motivo preciso, magari per fatti legati al tifo organizzato o a una sorta di ribellismo strisciante, alimentato dalle comitive di studenti universitari presenti in zona. E invece lo scenario era chiaro agli inquirenti più esperti, almeno a leggere le informative di polizia giudiziaria: da un lato gli uomini di Salvatore Esposito, dall’altra parte le famiglie Festa-Hudelka-Grandelli, sempre e comunque all’ombra del feudo criminale per anni controllato da Ciro Lepre ‘o sceriffo. Non solo botte a colpi di calci e pugni, in questa faida strisciante e per molti mesi poco numerosa. Ci sono stati anche agguati e ferimenti, arresti e condanne che hanno rimarcato il carattere esplosivo della polveriera all’ombra di piazza Dante. Qualche esempio? Lo scorso febbraio, appena qualche mese fa, quando vennero esplosi colpi di kalashnikov in via Imbriani, nel più classico copione delle stese criminali cittadine. Poi, ancora più di recente, il ferimento a colpi di pistola del cognato di Salvatore Esposito, in una vicenda giudiziaria che concentra la propria attenzione sul gruppo Festa. Un crescendo di tensione nervosa, una guerra che sale di livello e che passa dalle mani nude, dallo scontro fisico all’agguato in classico stile camorristico. Non è finita. La droga in questi mesi arriva dai Quartieri spagnoli, qualcuno al Cavone decide di fare il salto che conta. Basta vecchi lacci, basta sudditanza verso i canali di importazione che vanno ad avvantaggiare le famiglie di sempre. Nasce l’idea di fare cartello, di creare un asse che va dal borgo di Sant’Antonio Abate fino al Cavone, garantendosi l’alleanza di soggetti della Sanità (Sequino) e di Forcella (Brunetti). Di contro però si muove qualcosa. Riflettori puntati sui Mazzarella, sul gruppo formato da Salvatore Barile, alias Totoriello, che può contare su un esercito di manovalanza spicciola. Ed è ancora un episodio criminale ad aver riacceso la miccia di una faida per la droga. Lo scorso 26 luglio durante la Festa di Sant’Anna si verifica unagguato in zona San Gaetano con due feriti. Ora rileggendo tutto e mettendo insieme tutti i tasselli appare più probabile che quell’agguato sia stato la causa scatenante del duplice omicidio di vico delle Nocelle. Droga e racket, questione vitale per la gestione del flusso di denaro riservato ai detenuti, specie in una fase delicata come il giro di boa di agosto. Viene intercettato il summit, bisogna interrompere accordi e strategie, giocare sul tempo. Si cerca di capire qual è stato il ruolo del clan Vastarella della Sanità, specie dopo gli arresti per opera dei carabinieri del gruppo Genidoni-Mallo, quali equilibri si sono formati dopo la decisione di Carlo Lo Russo di pentirsi. Inchiesta di ampio profilo, ora più che mai appare evidente che quelle risse di due anni fa – tra spinelli e fiumi di birra – altro non erano che l’inizio di una faida sanguinaria.