Amianto abbandonato nel Parco Borbonico a Bacoli

Un ammasso di lastre di amianto occultate dalla folta vegetazione, ai lati della pista ciclabile che corre lungo le sponde del lago Fusaro, sul perimetro del Parco Borbonico, a Bacoli. Creato un vero e proprio sversatoio, dove insieme alle lastre di amianto disseminate un po’ ovunque sono stati rinvenuti materiali di ogni genere da quelli edilizi di risulta ai ferri arrugginiti, ma anche vernice, plastica, copertoni, polistirolo e reti da pesca. La zona, sebbene interdetta al pubblico in quanto chiusa con ordinanza dei primi di agosto dal commissario liquidatore del Centro Ittico Campano, Domenico Oriani, per vietare l’accesso ad un’area giochi sequestrata per motivi di sicurezza, è comunque frequentata da numerosi ciclopedisti. L’inquinamento del sito borbonico, nel cui perimetro ricade la Casina Vanvitelliana, è favorito dall’assenza di un sistema di videosorveglianza e i controlli nelle ore diurne della polizia ambientale sono insufficienti a frenare la continua azione dei vandali. L’ammasso di rifiuti in quell’area crea problemi di ostruzione anche per la foce del bacino lacustre nel mare. La scoperta di rifiuti killer blocca per ora la riapertura della pista ciclabile richiesta da movimenti locali al commissario del Parco.


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