Anche la Dda di Napoli indaga sui rapporti tra i Casalesi e i politici di Scafati

Scafati. Interessi politici, camorra e appalti: un mix di connivenze in un fascicolo della Procura Antimafia di Napoli nel quale figura anche il capitolo ‘Scafati’ e gli interessi del clan dei Casalesi negli appalti pubblici della città salernitana. Un’inchiesta silenziosa che dura da mesi e che potrebbe essere determinante per le sorti della città. Un legame quello del potente clan casertano con la città che potrebbe essersi saldato intorno agli affari legati agli appalti pubblici affidati alle imprese della provincia di Caserta. Da mesi l’antimafia napoletana conduce indagini che – partendo dal casertano – si sono dirette, attraverso la politica, a Scafati. Indagini legate anche a doppio filo ad ambienti politici. La città per anni è diventa la roccaforte delle ditte del casertano affidatarie di una percentuale altissima di commesse pubbliche. Ma non solo. Nel corso dell’ultimo anno, numerosi elementi hanno legato Scafati ai Casalesi. Il più eclatante è stato sicuramente l’arresto di Carmine Domenico Nocera, architetto, tecnico di fiducia del boss Michele Zagaria tanto da averne progettato il bunker dove si nascondeva, e poi lo avrebbe ospitato nel suo studio per predisporre il contratto di fitto di una casa dove il capo dei Casalesi si era nascosto. Carmine Domenico Nocera è stato, anche, il direttore dei lavori – nominato con delibera dirigenziale dal Comune di Scafati – di sistemazione dei marciapiedi di via Santa Maria la Carità e appaltati alla ditta di Angri Gallo Giovanni srl, per un importo di 453mila euro circa nel 2012. Un tecnico di fiducia del Comune di Scafati, arrivato da Caserta proprio per dirigere i lavori.
Ma la presenza dei casertani in ‘odore’ di camorra non si è limitata a questo episodio. Più eclatante, sempre nel 2012, l’appalto alla Overline di Antonio Fontana, impresa destinataria di un’interdittiva antimafia, alla quale era affidato l’appalto per la raccolta dei rifiuti da parte dell’Acse, partecipata del Comune.
Insomma, elementi che possono aver portato la magistratura di Napoli a spostare l’attenzione su Scafati ce ne sono stati nel corso dell’ultimo quinquennio. Ma l’indagine aperta dalla magistratura partenopea riguarderebbe anche altri aspetti, oltre che quelli emersi fino ad ora da altre inchieste dell’Antimafia napoletana. In particolare, all’attenzione della Dda i contatti politici e istituzionali che il clan dei Casalesi avrebbe avuto nella città salernitana. Contatti che avrebbero condizionato l’aggiudicazione di appalti e incarichi pubblici.(r.f.)


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