Il terribile incrocio tra la malavita del rione Traiano e quella di Soccavo, zone di Napoli che sostanzialmente sono un tutt’uno, ha movimentato e non poco l’estate napoletana ancora di più di quando infuriava la guerra tra “Traiano di sopra” e “Traiano di sotto”. Ma anche in questo gli investigatori hanno le idee chiare e gli ultimi arresti lo dimostrano. Ora la polizia sta passando al setaccio i profili facebook di molti componenti delle due cosche in lotta: quella dei Puccinelli-Petrone e gli “scissionisti” Lazzaro- Basile, con base a Pianura, faida che tra l’altro si incrocia con un’altra che vede protagonisti ancora i Puccinelli-Petrone in contrasto con i Vigilia di Soccavo e recentemente, secondo alcuni esperti investigatori, anche con i Sorianiello. Ebbene nell’era del social dove anche la camorra è virtual e social ovvero 3.0 si controllano i nickname e gli account usati sui vari social network. Gli investigatori stanno cercando di individuare, con gli eventuali reati commessi, tutti i protagonisti della tremenda estate di camorra nell’area flegrea. Minacce, accordi, incitamenti alla vendetta: le forze dell’ordine stanno analizzando il materiale acquisito, in alcuni casi cancellato successivamente da mani sconosciute. In particolare, attraverso i social network è emersa in tutta la sua gravità la scissione tra Francesco Petrone del rione Traiano (imparentato e quindi alleato dei Puccinelli) e il gruppo capeggiato da Salvatore Basile detto “cozzca nera” e Salvatore Lazzaro soprannominato “Lullù”. Una spaccatura che si è estesa anche a Pianura, dove il neonato clan avrebbe una consistente base. Uno scenario da incubo , ma gli investigatori hanno già preso le contromisure e in breve tempo arrestando quasi tutti gli autori degli ultimi raid armati nella zona.Almeno quelli degli “scissionisti” del neo nato gruppo criminale dei Basile-Lazzaro.Anche quattro affiliati ai Puccinelli-Petrone erano stati fermati e rilasciati dopo averli sottoposti allo Stube. Sono sospettati di aver partecipato a uno o più raid tra cui quello avvenuto davanti alla palazzina in cui abita la famiglia del boss detenuto Antonio Vigilia.