Predisponevano fittizi contratti di lavoro e buste paga per cittadini extracomunitari, anche con la complicità di alcuni titolari di aziende tessili, per permettere di poter ottenere la regolarizzazione sul territorio italiano. È quanto è emerso dalle indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere ed eseguite dai carabinieri del Ros che hanno portato all’arresto di cinque cittadini stranieri: due nati in Bangladesh, due in Tunisia e uno in Marocco. Il gruppo criminale si era specializzato nella preparazione di falsi documentali utili per fornire fasulle posizioni di lavoro creando i presupposti per il rilascio del permesso di soggiorno perché supportati dalla sussistenza di rapporti di lavoro subordinato oppure per essere titolari di attività commerciali. “I promotori – si legge in una nota del procuratore Maria Antonietta Troncone – avevano bisogno della complicità di compiacenti datori di lavoro pronti ad assumere fittiziamente la manodopera straniera o anche di imprenditori disposti ad emettere fatture per operazioni inesistenti poi utilizzate da extracomunitari”. Le misure cautelari eseguite all’alba scaturiscono da un’attività d’indagine avviata dal Reparto anticrimine di Napoli nel 2014 e coordinata dalla Procura distrettuale antiterrorismo partenopea, a sua volta in collegamento investigativo con la Procura antiterrorismo di Bari.