I veicoli rottamati per l’esportazione circolano in città con targhe false: 76 denunce a Napoli. Asse con la Bulgaria

Ufficialmente i veicoli erano stati inviati all’estero ma continuavano a circolare in Italia con targhe straniere contraffatte. Tutto ciò sarebbe stato organizzato per eludere l’obbligo di assicurare i veicoli o sottoscrivere un contratto presso compagnie straniere a prezzi stracciati che, in alcuni casi, sono risultate inesistenti. A scoprire la vicenda sono stati i carabinieri del nucleo radiomobile di Napoli che, negli ultimi tempi, hanno fermato 500 veicoli con targhe straniere. E incrociando i dati informativi provenienti dal Pubblico registro automobilistico di Napoli, dall’Ufficio centrale italiano per le assicurazioni internazionali) e dall’Interpol, hanno accertato complessivamente 126 violazioni penali, procedendo alla denuncia in stato di libertà di 76 persone di cui ben 69 stranieri per reati di ricettazione, riciclaggio, uso di atto falso, contrabbando, soppressione di targhe, violazione degli obblighi di custodia ed altro, procedendo al sequestro di 68 veicoli.Non bastavano le truffe sulle carte di circolazione, le targhe e i telai “clonati”. E nemmeno i falsi incidenti, con relative frodi ai danni delle assicurazioni. Adesso arrivano pure le auto e i motocicli «pezzottati» made in Bulgaria. Napoli si conferma la capitale degli escamotages architettati per circolare in strada a bordo di mezzi fuorilegge. I controlli  effettuati in strada dai carabinieri hanno consentito di accertare che tanti veicoli, una volta dichiarati “cessati dalla circolazione per l’esportazione all’estero” o rottamati dai precedenti proprietari di nazionalità italiana, continuavano in realtà a muoversi. Come a moto e auto venivano applicate targhe estere rubate, e ai loro conducenti venivano garantiti documenti di accompagnamento falsificati. Arresti e denunce. Incrociando migliaia di dati informativi provenienti dal Pra – il pubblico registro automobilistico – di Napoli con quelli dell’Ufficio centrale italiano per le assicurazioni internazionali e dell’Interpol sono venute fuori le magagne. I risultati investigativi non lasciano dubbi sulla portata di una truffa colossale. Il sospetto è che esista una vera e propria centrale criminale sull’asse Napoli-Bulgaria capace di gestire soprattutto la copertura dei falsi documenti di accompagnamento dei veicoli. L’ipotesi è suffragata dal fatto che le auto e le moto finite nel mirino degli investigatori si trovavano quasi sempre in regime di temporanea importazione: circolavano cioè con targhe straniere recanti i timbri impressi dal collaterale istituto poligrafico. Dai controlli emergeva invece che quegli stessi veicoli non venivano dall’Est europeo, ma erano stati venduti ed immatricolati qui in Italia. E a confermare l’effettiva falsità dei documenti di circolazione ci hanno pensato gli esami degli esperti del reparto scientifico dell’Arma, con l’utilizzo della “lampada di Wood”. L’organizzazione. Ma chi può nascondersi dietro il gruppo che gestisce questo lucroso traffico di documenti falsi? Difficile dirlo, al momento. Gli atti dell’indagine però un’indicazione chiara la danno. Basta scorrere l’elenco dei denunciati dai carabinieri per farsi un’idea. E qui arriva la sorpresa: perché, a fronte del numero più alto di targhe e carte di circolazione sequestrate, che sono quelle bulgare e romene, la lista dei soggetti arrestati o denunciati vede in testa soggetti di nazionalità ucraina: nel 2009 ne vennero scoperti 50, 74 l’anno successivo, 65 nel 2011, 52 nel 2012 e dieci nel 2013. A seguire i romeni e i serbi, ma anche moldavi, albanesi russi e persino marocchini, georgiani, kazaki, algerini, pakistani e lituani. Quadro allarmante. La verità resta sempre la stessa. E cioè che Napoli si conferma il crocevia di un vasto traffico di illeciti che si concentrano sulla circolazione di auto e moto. Se fino a qualche anno fa il capoluogo campano era l’epicentro del grande imbroglio connesso ai sinistri e alle truffe alle assicurazioni oggi l’orizzonte sembra delineare nuovi scenari, ugualmente allarmanti. Si viaggia a una media di centinaia di denunce al mese: sono automobilisti che dichiarano di non essere mai stati nel luogo dove gli è stata elevata la contravvenzione, certi, quindi, di essere incappati nell’ennesimo caso di targa clonata. Il grosso dei ricorsi riguarda, neanche a dirlo, proprio Napoli, dove – questo indicano le statistiche – si concentrerebbe il maggior numero di truffatori.

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