La polizia giudiziaria dell’Ufficio circondariale marittimo di Ischia ha sequestrato un’area termale e parasanitaria di una struttura alberghiera di Forio. Numerosi i reati contestati: violazione della normativa ambientale, falso in autorizzazioni amministrative per induzione, dalla somministrazione di medicinali imperfetti. E’ stato inoltre verificato che la struttura occupava abusivamente parte di suolo pubblico. Il provvedimento di sequestro è stato emesso dal Gip del tribunale di Napoli su richiesta della procura. Le indagini sono state lunghe e complesse. Eseguite dalla guardia costiera e coordinate dalla quinta sezione reati ambientali, le indagini sono partite dalla segnalazione di sversamenti in mare di liquami provenienti dalla rete fognaria asservita al comune di Forio (uno dei sei in cui è suddivisa l’isola d’Ischia) avvenuti in più occasioni tra la primavera e l’estate del 2013. Gli accertamenti consentirono di individuare i responsabili e portarono al sequestro preventivo di 15 strutture alberghiere per analoghi reati.Il sequestro preventivo odierno, sottolinea una nota a firma del procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, si è reso necessario per evitare la reiterazione sia di reati relativi alla normativa ambientale, sia per l’occupazione di suolo pubblico. E’ stato infatti accertato che la struttura alberghiera era sprovvista di documentazione che attestasse lo smaltimento di rifiuti, sversava nella fognatura pubblica acque reflue industriali (derivanti dallo svolgimento di attività termale e parasanitaria) prima senza alcuna autorizzazione, successivamente (nel novembre 2015) con autorizzazione dell’Ato 2 Napoli-Volturno revocata in autotutela il 18 maggio scorso dopo che la stessa era risultata illegittima perché emessa in base a una falsa rappresentazione della situazione di fatto da parte della società che gestisce l’albergo. Numerosi problemi sono stati inoltre riscontrati sotto il profilo igienico-sanitario. Venivano infatti mal conservati i fanghi somministrati ai clienti. L’albergo aveva infine realizzato, sempre senza alcuna autorizzazione, un manufatto adibito a chiosco in un’area demaniale marittima antistante.