Napoli. Garza dimenticata nella pancia dopo il taglio cesareo: tre avvisi di garanzia all’equipe medica e al ferrista che effettuarono l’intervento chirurgico l’8 febbaraio scorso. Primi avvisi di garanzia per la morte di Paola Savanelli, la 30enne di Caivano, deceduta tra il 31 luglio e il primo aosto scorso. Sotto inchiesta sono finiti due medici e il ferrista che effettuarono l’intervento chirurgico e che secondo l’ipotesi della procura dimenticarono nell’addome una garza utilizzata per tamponare le ferite dopo il taglio. Il pm Sergio Amato della procura di Napoli che coordina le indagini ha dato incarico al medico legale, uno specialista anatomo-patologo, per effettuare l’autopsia sul corpo della donna, madre di quattro figli. Il perito effettuerà l’esame autopstico lunedì porssimo presso l’istituto di medicina legale del policlinico di Napoli. Gli avvisi di garanzia per i due medici e il ferrista, per l’ipotesi di omicidio colposo, daranno facoltà agli indagati di nominare un proprio perito. “Ci aspettiamo davvero molto dall’esame autoptico – ha detto l’avvocato Salvatore Di Mezza, legale della famiglia di Paola Savanelli – Dati clinici importanti dimostrano la negligenza di chi ha effettuato il parto cesareo già sono in nostro possesso. In particolare mi riferisco al referto del chirurgo che il due marzo, poco meno di un mese dal taglio cesareo ha operato d’urgenza la povera Paola. Il medico, nel referto posto operatorio scrive: esito operatorio interessato da necrosi e suppurazioni, causate da una garza lasciata nell’addome della paziente da taglio cesareo pregresso, effettuato a fine di gravidanza normale”. Ma oltre al taglio cesareo e alla garza dimenticata, rimossa dopo circa un mese, l’attenzione dei familiari della vittima è anche rivolta ai successivi interventi chirurgici e al ricovero di circa 45 giorni dopo il secondo intervento, fatto dalla donna per ristabilirsi. Paola Savanelli è morta cinque mesi dopo il taglio cesareo e dopo che era stata ricoverata per oltre un mese al Loreto Mare. Perchè l’infezione non si è fermata? Questo è un altro interrogativo al quale dovrà rispondere l’autopsia disposta per lunedì. “Possibile che una garza, se pure rimossa dal corpo della donna dopo ben ventitrè giorni, abbia potuto generare un’infezione che ha portato alla morte Paola Savanelli dopo circa cinque mesi? Possibile che ben quarantacinque giorni di degenza e di cure mirate, immagino e spero, seguiti dopo l’intervento chirurgico per la rimozione della garza, non siano riusciti a non far progredire l’infezione che ha posto fine alla sua vita? E la dialisi a cui è stata sottoposto la donna, nel corso dell’ultimo ricovero nemmeno è riuscita ad evitare quell’orribile morte? Sono dubbi e domande, – dice l’avvocato – alle quali speriamo che l’autopsia possa dare delle risposte chiare e inequivocabili, e magari individuare se c’è stata quella catena di errori medici, che hanno portato alla tomba una mamma che lascia orfani quattro bambini, l’ultimo dei quali di appena sei mesi”.
Le domande del legale della famiglia sono le stesse che si pongono i familiari e in particolare Rosa Savanelli la sorella di Paola. “Chiediamo ai magistrati di conoscere il perché della morte di mia sorella. Il perché di un calvario durato ben cinque mesi, nonostante i vari ricoveri, i due interventi chirurgici, e la dialisi. Possibile che per un semplice taglio cesareo, una donna di trent’anni, giovane in buona salute, sia finita in quel modo? Con il corpo che si rifiutava di cicatrizzare i tagli dei bisturi” dice la donna. “In questo momento dice la signora Rosa che si è precipitata dall’Emilia dove abita e lavora da anni – devo fronteggiare il dolore insopportabile dei miei genitori, che sono distrutti e devastati per aver vissuto in prima persona il calvario di mia sorella. Ora vi prego basta. Abbiamo una montagna da scalare che ha i tornanti con il volto dei suoi quattro bambini, ora orfani e con futuro difficile e complicato”. In via Turati a Caivano i parenti di Paola Savanelli si recano per portare conforto ai genitori della donna. Nessuno vuole commentare la tragedia, la disperazione è grande. Una famiglia distrutta e quattro bimbi piccolissimi che non rivedranno più la loro madre è un peso troppo grande da sopportare. Ora i famigliari si aspettano delle risposte, vogliono sia fatta giustizia se qualcuno ha sbagliato.