Omicidio Izzi: chiesto il processo per il clan Lo Russo. Il boss pentito: “Fu ucciso perché voleva farmi ammazzare dai barbudos”

La Procura di Napoli ha  chiesto il rinvio a giudizio per tutti i presunti responsabili dell’omicidio di Pasquale Izzi, il rapinatore seriale assassinato il 29 marzo scorso in via Ianfolla a Miano sotto casa del boss pentito Carlo Lo Russo. Davanti al giudice per le indagini preliminari, il prossimo 21 settembre compariranno i cinque accusati e arrestati ovvero Carlo Lo Russo, la moglie Anna Serino, 46 accusati di essere i mandanti e gli ispiratori dell’omicidio; il killer Luigi Cutarelli,  Mariano Torre e Domenico Cerasuolo, nipote di Lo Russo. Ecco cosa ha raccontato agli investigatori il boss pentito carlo Lo Russo a proposito dell’omicidio Izzi: “Ho fatto uccidere io Pasquale Izzi, ma non perché mi era antipatico come avete ipotizzato voi ma perché ho saputo che mi aveva fatto la filata per farmi uccidere. Io andavo spesso a correre ad un campetto vicino casa mia e un ragazzo mi mandò una lettera dal carcere dicendomi che Antonio Genidoni e Fabio Cardillo volevano ammazzarmi e che Izzi poteva fare la filata. Difatti dal campetto dove correvo la mattina si vede la casa di Izzi. Già provammo ad ucciderlo a Natale ma non ci riuscimmo. Oltre alle persone che avete arrestato ci sono altre persone che sono coinvolte nell’omicidio”. Alla luce delle intercettazioni ambientali che hanno raccolto gli investigatori e  che hanno portato all’arresto dei cinque e delle nuove dichiarazioni di Carlo Lo Russo non è escluso che i cinque scelgano di essere processati con il rito abbreviato per evitare di essere condannati alla pena dell’ergastolo.


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