Il Tribunale del riesame di Firenze ha respinto il ricorso presentato dall’avvocato lucchese Marco Treggi per il ritorno in libertà o in alternativa ai domiciliari di Antonio Di Stazio, il vigilante di origine napoletana ma residente ad Arezzo scomparso l’11 luglio scorso con un carico di oro per un valore di 4 milioni di euro ed attualmente in carcere ad Arezzo. Antonio Di Stazio era tornato una settimana dopo presentandosi alla caserma dei carabinieri di Lucca a mani vuote senza dare spiegazioni circa la fine dell’oro trafugato ed era stato arrestato dai carabinieri di Arezzo due giorni dopo con l’accusa di furto aggravato. La guardia giurata era sparita alle 16,30 dell’11 luglio, nei pressi porte di Arezzo. Insieme a un collega stava facendo il giro delle aziende orafe per recuperare il metallo prezioso da portare poi nel caveau dell’’azienda di cui era dipendente. Quando il collega stava facendo l’ultimo carico, il vigilante era sparito con il furgone, ritrovato di lì a poco vuoto. L’uomo è accusato di furto aggravato. Nel frattempo la ditta ha licenziato anche il collega che ha già annunciato il ricorso al giudice del lavoro in quanto parte lesa nella vicenda. L’oro non è mai stato trovato e lui dice di aver subito una rapina ma sono in corso accertamenti per cercare di risalire ai possibili complici dell’uomo che sembrano essere spariti nel nul- la come l’oro che potrebbe aver preso la strada della Svizzera.