Iniziò con una richiesta pressante a rispettare le promesse e finì con cene tra ‘amici’ al ristorante Maristella di Sant’Antonio Abate. La concretizzazione delle promesse elettorali del 2013 del sindaco Angelo Pasqualino Aliberti nei confronti della famiglia Ridosso-Loreto tardavano ad arrivare e Alfonso Loreto e Luigi Ridosso andarono direttamente a casa del fratello del sindaco, Nello Maurizio Aliberti per esigere il debito. Dopo ci fu un chiarimento tra gli esponenti del gruppo criminale e i fratelli Aliberti, le cose cambiarono, tanto che ci furono anche delle cene e dei pranzi. “Rispetto alle promesse elettorali del 2013 – racconta Loreto jr – e le assunzioni, io e Luigi Ridosso volevamo offrire manodopera e servizi presso la nuova sede di Igiene Urbana a via delle Industrie ci recammo a casa del fratello del sindaco perché sapevamo che era lui che aveva le mani in pasta”. Un incontro chiarificatore da dove iniziò un patto di ‘do ut des’ che spinse gli uomini del gruppo criminale a fornire appoggio elettorale alle Regionali del 2015 a Monica Paolino. “Ricordo che il fratello del sindaco ci fece aspettare e ci disse che non potevamo entrare nell’Igiene urbana perchè occorrevano altri requisiti. Fu un po’ arrogante, Luigi Ridosso si arrabbiò e gli mise la mano sul collo dicendogli ‘ti do 24 ore di tempo se no ti vengo a sparare’”. Poche ore dopo, Nello Aliberti chiamò Nello Longobardi, il patron dello scafati basket, a fare da paciere per un incontro tra le parti. “In quell’occasione – racconta Loreto – Nello Aliberti mi diceva che eravamo dalla stessa parte perché lui aveva sposato una nipote di Pasquale Galasso e mi propose dei lavori presso la Giaguaro conserve e la Condea conserve”. L’imprenditore Longobardi che ha poi accusato il gruppo criminale di avergli estorto danaro per circa 200mila euro, conferma l’episodio dell’incontro tra Loreto e Ridosso e Nello Aliberti, per chiarire la questione Igiene Urbana. Ma perché il fratello del sindaco aveva potere di intercedere con la impresa che si occupa di raccolta di rifiuti? L’igiene urbana e Helios srl – quest’ultima con un sito di stoccaggio a via Galileo Ferraris, nei pressi della via delle Industrie indicata dal pentito Loreto – sono società ‘gemelle’ amministrate da Andrea Abagnale e Daniele Manfuso, soci e gestori di fatto delle due imprese che hanno lavorato nel Comune di Scafati – per conto di Acse, società partecipata dell’Ente – per la raccolta dei rifiuti, subentrando alla Over Line di Antonio Fontana, la società casertana bloccata da un’interdittiva antimafia. Secondo Alfonso Loreto, Nello Aliberti poteva intercedere presso L’Igiene urbana per i suoi rapporti con loro, e rispettare così i patti elettorali del 2013 con il sindaco Aliberti. Questo particolare è un nodo centrale nell’inchiesta dell’antimafia sul voto di scambio che vede indagati, tra gli altri, il primo cittadino, il fratello e i cugini Ridosso, Gennaro e Luigi. La situazione di attrito tra la famiglia Aliberti e quella Ridosso, si appianò man mano, soprattutto dopo la nomina, di Ciro Petrucci nell’Acse. “Il sindaco fece nominare Petrucci come vice presidente dell’Acse, amico stretto di Luigi Ridosso. Si sono tenuti diversi pranzi o cene ai quali hanno partecipato con le rispettive mogli Petrucci, Luigi Ridosso, il sindaco Aliberti con la moglie Paolino, Giovanni Cozzolino e Nello Aliberti – dice Alfonso Loreto jr – a testimonianza del rapporto di amicizia nato con il sindaco. Pranzi tenuti al ristorante Maristella di S. Antonio Abate nel corso del 2015”. (r.f.)
(nella foto la sede dell’Igiene Urbana e nei riquadri dalla sinistra in alto, il sindaco di Scafati, Pasquale aliberti, la moglie, il consigliere regionale di Forza Italia, Monica Paolino, Nello Aliberti, fratello del sindaco, il pentito Alfonso Loreto e Luigi Ridosso)