“Sono almeno 120 le vite spezzate e il bilancio non e’ definitivo”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi in conferenza stampa dopo il vertice in prefettura a Rieti sulla situazione del sisma che ha interessato l’Italia centrale. Renzi ha parlato “un evento di impatto enorme” che potrebbe aggravare il bilancio: “Il computo delle vittime potrebbe crescere”, ha ammesso il premier: “Siamo in periodo dell’anno che gli abitanti dei comuni colpiti vanno moltiplicati per 10”.
I FERITI – “I feriti e i malati portati via da Accumuli e da Amatrice, quindi dal Lazio sono 368”, mentre il numero delle vittime nelle Marche, nella provincia di Ascoli Piceno a Pescara del Tronto e ad Arquata “sono 34 che rientrano nel computo dei 120”, ha detto il presidente del Consiglio precisando che 86 sono le morti che hanno colpito il versante laziale.
IL CDM – Il Governo proclamera’ lo stato d’emergenza per il sisma che ha colpito l’Italia centrale. “E’ solo il primo dei gesti concreti che dovremo fare”, ha detto Renzi precisando che “domani si riunira’ il Consiglio dei ministri” dove si prenderanno “i primi provvedimenti insieme a Del Rio e alla Protezione civile. Credo – ha detto – sara’ necessario un lavoro molto serio nei prossimi giorni, mesi e settimane e questa visita del governo di oggi sara’ la prima di una lunga serie”.
GLI OSPEDALI – “Ci sono gia’ 500 posti letto” negli ospedali “che con il contributo di tutti sono stati liberati per i cittadini di Amatrice. Insomma la macchina dei soccorsi si e’ mossa immediatamente per dare una risposta alla tragedia”, ha sottolineato il premier. “Stiamo lavorando con principali centri ospedalieri del Lazio con molta collaborazione e da stamane lavorano team di psicologi per affrontare questa fase difficile – ha aggiunto Renzi -. Regione e prefettura lavorano per garantire il riconoscimento delle vittime e tutto il tipo di assistenza alle famiglie. Poi c’e’ il tema della ricostruzione che al momento e’ prematuro ma tutti sappiamo che credibilita’ e onore di tutti noi e’ garantire una ricostruzione vera”.
L’ITALIA COME UNA FAMIGLIA – “C’e’ una colonna di volontari, di associazioni, di persone” che “sono arrivate qui, in alcuni casi per dare una mano o per organizzare centri di raccolta. Ci sara’ un lungo periodo di gestione ma a parte la sfida che bello vedere l’Italia che si stringe come una famiglia”, ha concluso il premier.
IL SISMA ALLE 3:36 – Un bilancio, purtroppo, destinato a crescere quello del terremoto che questa notte alle 3:36 ha colpito il centro Italia. Un sisma di magnitudo 6.0, con epicentro ad Accumoli, in provincia di Rieti, si e’ sentito da Rimini fino a Napoli, Roma inclusa. Oltre alla prima scossa, se ne sono verificate altre due di magnitudo 5.1 e 5.4 alle 04:32 e alle 04:33 rispettivamente, a 5 km da Norcia (PG). Le vittime ad Accumuli e ad Amatrice, in provincia di Rieti, e nelle Marche a Pescara del Tronto (Ascoli Piceno). Coinvolti molti paesi vicino all’epicentro del sisma. Nell’area del cratere ci sono case crollate e danneggiamenti. Il sindaco di Amatrice, uno dei Paesi piu’ colpiti, Sergio Pirozzi ha commentato: “ci sono decine di morti, tanti sono ancora sotto le macerie: meta’ paese non c’e’ piu'”. Mobilitato fin dai primi istanti il sistema nazionale di Protezione civile. Il comitato operativo convocato dalla dipartimento della presidenza del consiglio ha disposto la mobilitazione dei soccorsi: partite le colonne mobili, le squadre di vigili del fuoco stanno convergendo anche da altre regioni verso l’area piu’ colpita, mobilitato anche l’esercito e il sistema di volontariato.
LA CROCE ROSSA – La Croce Rossa Italiana ha subito disposto l’attivazione delle proprie sale operative e di tutti i Centri d’Intervento di Emergenza sul territorio nazionale. Volontari e operatori Cri con unita’ cinofile, squadre di soccorso con 20 ambulanze e Smts (Soccorsi con Mezzi e Tecniche Speciali) stanno raggiungendo le zone colpite.”Non impegnare la zona della Salaria se non per motivi importanti, perche’ devono passare gli aiuti per la popolazione” ha detto Fabrizio Curcio, capo del dipartimento della Protezione civile, nel corso di una conferenza stampa sottolineando come in questo momento il “soccorso tecnico urgente e l’assistenza alla popolazione sono le priorita'”.
LA PROTEZIONE CIVILE – Il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio insime al Ministro Graziano Delrio nelle zone epicentrali del sisma di stanotte. Il Comitato Operativo della Protezione Civile resta riunito in seduta permanente a Roma.Come si apprende dal Quirinale, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si e’ tenuto fino dalle prime ore del giorno in stretto contatto con la Protezione Civile, sta tornando a Roma da Palermo. Sono state riattivate alle 7.15 tutte le linee ferroviarie regionali che erano state interrotte per le verifiche dei tecnici Rfi a seguito delle scosse. Il traffico e’ stato sempre regolare sulla linea Alta Velocita’. “Abbiamo uomini ma non tutti i mezzi necessari” e “i mezzi piu’ utilizzati sono gli elicotteri” perche’ “i mezzi pesanti non possono arrivare” nei luoghi colpiti dal sisma, che conta “69 frazioni”, ha detto Immacolata Postiglione, direttrice del servizio Gestione delle emergenze della Protezione civile, che ha anche reso noto che alcune squadre stanno operando “coi gestori della telefonia mobile affinche’ vengano ripristinate cabine danneggiate” e la gente possa comunicare. “Si sono mosse la Regione Abruzzo, Friuli e Molise”, ha aggiunto la dirigente della Protezione civile, piu’ “varie unita’ dal Trentino” ma anche altri enti locali hanno dato la loro disponibilita’ “e sono pronte a intervenire”.
L’INGV: NESSUN SEGNALE – “Non avevamo alcun segnale che qualcosa stesse per accadere: assolutamente non avevamo registrato scosse, neppure piccole, la prima scossa e’ stata quella piu’ forte” ha affermato a Sky tg24 Carlo Meletti, responsabile centro pericolosita’ sismica dell’Ingv, pur sottolineando che “non e’ la prima volta che succede”. A provocare il sisma di stanotte, spiega Meletti, e’ il fatto che “l’Appennino centrale e’ in distensione, come se si stesse lacerando: l’Adriatico si sta allontanando, muovendosi verso nord-est, con velocita’ maggiore rispetto alla parte che resta verso il Lazio. Per la differenza di velocita’ la terra si lacera, si strappa e si producono terremoti”, ha aggiunto. 34 versante marchigiano 86 su quello laziale.