Negli occhi la paura, l’incredulità. Poi l’abbraccio della mamma e la fine di un incubo. Leone, 6 anni, è il primo a essere estratto vivo dalle macerie della casa in cui stava trascorrendo qualche giorno di vacanza, a Pescara del Tronto, una frazione di Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno, insieme ai nonni paterni e al fratellino Samuele di soli 4 anni. E proprio Leone e Samuele, che è stato estratto vivo più tardi, sono i simboli della tragedia che ha colpito questa terra. Due bimbi sopravvissuti grazie alla prontezza di riflessi della nonna Vitaliana, che è stata tratta in salvo solo qualche ora dopo e successivamente ricoverata in ospedale. Quando la terra ha iniziato a tremare li ha infilati con lei sotto il letto proteggendoli con il proprio corpo. Anche lei grazie alla corsa contro il tempo dei soccorritori è riuscita a salvarsi. Non così il nonno Vito che non ce l’ha fatta. Quel nonno tanto amato da Leone e Samuele che i soccorritori hanno cercato disperatamente sotto le macerie per ore e ore. Rimasto sotto le macerie di quella casa che il figlio Mauro, residente con la famiglia a Fregene (Roma), aveva comprato con i propri risparmi. I bimbi e i nonni erano arrivati a Pescara del Tronto domenica scorsa accompagnati dalla nonna materna. “I miei fratelli si trovavano a Cascia, in Umbria. Hanno sentito il terremoto e quando hanno capito cos’era successo sono venuti subito qui – racconta la nonna materna, Orietta – all’inizio non li hanno fatti salire. Poi è arrivato anche mio genero e sono saliti”. E proprio il padre dei bambini, insieme a uno dei due zii, Riccardo Verdecchi, ha partecipato alle ricerche. “Quando sono arrivato lungo la strada, ho visto la Madonnina che si trovava in una piccola teca lungo la salita con la testa staccata – racconta lo zio Riccardo – l’ho riattaccata e sono salito a cercarli”.