Ci sono “almeno sei morti” ad Accumoli, una delle località vicine all’epicentro del terremoto che ha colpito nella notte il centro Italia. “Una vittima è sicura e ce ne sarebbero altre 5, tra le quali anche dei bambini”, dice il sindaco Stefano Petrucci all’agenzia Askanews. “Purtroppo il numero delle persone che mancano all’appello è molto più alto. Stiamo verificando in tutte le 17 frazioni di Accumuli, ma non è facile perchè i cellulari non funzionano bene”, conclude Petrucci.
“In questo momento i vigili del fuoco stanno scavando per cercare due bambini sotto le macerie a Pescara del Tronto”. A dirlo all’Adnkronos Aleandro Petrucci il sindaco di Arquata del Tronto, paese in provincia di Ascoli Piceno, colpito questa notte dal terremoto. “La situazione è difficile, drammatica”, racconta il sindaco.
Fabio Gammarota un sacerdote di Amatrice che sta lavorando con i socorritori intervistato da RaiNews ha confermato che altri tre morti sono stati estratti dalle macerie delle case crollate nel paese. Altre due vittine erano state ritrovate alle porte di Amatrice.
Secondo fonti ospedaliere, per il terremoto che ha colpito nella notte il centro Italia ad Amatrice (Rieti) si contano 5 vittime e 3 ad Arquata del Tronto (Ascoli Piceno).
– “Il paese non esiste più, quasi tutte le case di Pescara del Tronto sono crollate. E’ un disastro”. A dirlo all’Adnkronos Aleandro Petrucci il sindaco di Arquata del Tronto, paese in provincia di Ascoli Piceno, colpito questa notte dal terremoto. In questo momento il sindaco si trova proprio nella frazione di Pescara del Tronto e racconta di sette-otto persone estratte vive dalle macerie. “I vigili del fuoco sono al lavoro perché la situazione è terribile e ci sono persone sotto le case crollate. Questa è una piccola frazione che d’estate si ripopola con molti concittadini che tornano qui per le vacanze”.
E’ lo ‘stiramento’ dell’Appennino, ossia il processo di estensione da Est a Ovest, il meccanismo all’origine del terremoto di magnitudo 6 che ha colpito Rieti alle 3:36 di oggi e che ha finora provocato oltre 40 scosse in una zona di circa 30 chilometri compresa fra Lazio, Marche e Umbria. Lo indicano le prime analisi condotte dai sismologi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). “Il tipo di movimento osservato dai dati sismici indica una faglia estensionale, simile a quella all’origine dei terremoti più recenti e vicini, ossia quello de L’Aquila del 2006 e quello di Colfiorito del 1997”, ha detto all’ANSA il sismologo Alessandro Amato, dell’Ingv. “Anche quei terremoti – ha aggiunto – erano stati superficiali, avvenuti come questo alla profondità compresa fra 8 e 10 chilometri, cosa che spiega i forti scuotimenti”.