Terremoto, testimonianza choc di una giornalista: “Illica non c’è più, soccorsi in ritardo”: I racconti della gente

 “Illica non c’è più. La scossa terribile alle 3,40. I sopravvissuti tutti in un campo all’aperto. Eravamo circa 300 persone, tutti romani, in villeggiatura. Siamo rimasti in 30. Ancora nessuno è venuto a soccorrerci”. Questa la testimonianza su facebook di Sabrina Fantauzzi, una giornalista romana in vacanza a Illica, frazione di Accumoli. Il post è stato scritto mezzora dopo la prima, forte scossa delle 3,38. Dopo circa un’ora ancora un post: “Ci sono 4 soccorritori, prendono feriti ma non stanno intervenendo sulle case distrutte con dentro gente morente”.

”Abbiamo sentito un boato, poi una scossa lunghissima che ci ha buttato dal letto: sono caduti bicchieri e soprammobili, mi sono ritrovato le pareti di alcune stanze attraversate da crepe, ho preso mia moglie e mia figlia e siamo scappati in strada, come tutti gli altri abitanti del palazzo”. Giuseppe Ercoli, corrispondente dell’ANSA da Ascoli Piceno, è una delle centinaia di persone che ha trascorso la notte all’aperto per il sisma di magnitudo 6 che alle 3:36 ha sconvolto i centri dell’Appennino di Marche, Umbria e Lazio. ”Non c’era energia elettrica, si sentivano ambulanze sfrecciare a tutta velocità, ed era impossibile mettersi in contatto telefonico: tutte le linee sono rimaste a lungo intasate”. Poi ”la seconda forte scossa”. E le prime notizie su crolli, morti e feriti ad Arquata del Tronto e Pescara del Tronto. Il terremoto, avvertito distintamente in tutte le Marche, ha fatto danni anche a Macerata e in provincia, a Gualdo, Castel Sant’Angelo sul Nera, Mogliano”. ”Mi sono svegliata di soprassalto – racconta al telefono un’anziana maceratese di 83 anni -, ho sentito degli oggetti cadere in cucina e ora mi trovo qui, in auto, con una vicina: credo che la mia casa sia inagibile. E’ uno edificio degli anni ’70, ma si è riempito di crepe. Ho provato a chiamare i vigili del fuoco ma non ci sono riuscita, erano tutti occupati”.


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