Torre Annunziata, l’aspirante boss Perna: “Niente più soldi a Sasà Paduano, ora comando io”

L’aspirante boss di Torre Annunziata, Domenico Ciro Perna, aveva dichiarato guerra ai Gionta e ai Gallo-Cavalieri e voler instaurare un “clima da Corleone” in città per far capire chi comandava ma soprattutto aveva messo nel mirino il suo parente e vero baby boss della cosca dei “valentini”, Sasà Paduano. Lo si aveince dalle nuove intercettazioni depositate agli atti del Riesame che l’altro gioeno ha rigettato la richiesta di scarcerazione dei suoi avvocati. Il fondatore del “Terzo Sistema” di Torre Annunziata parlando con il suo affiliato Luigi Gallo e non sapendo che i dialoghi erano intercettati diceva: “Sasà si credeva di avere a che fare con un ragazzino, ma invece ora gli farò vedere io di cosa sono capace. Fategli avere l’imbasciata che da oggi lui e la sua famiglia non avranno più nulla. le mesate non gliele diamo più. Non devono avere più gli stipendi. Sasà Paduano deve sapere che ora ci sono io, comando io e non gli passo più niente”. I duecento eruro a settimane destinate a quello che era considerato il reggente della cosca detenuto in carcere  finirono nella cassa comune del Terzo Sistema. Ma i “sogni di gloria” di Domenico Ciro Perna sono finiti prima che iniziassero con il blitz dei carabinieri. Il risame ha confermato per lui la misura detentiva. In questi giorni si esprimerà anche per gli altri sette affiliati.

(nella foto da sinistra Domenico Ciro Perna e Sasà Paduano)


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