Unioni civili, la prima a Napoli: è il presidente dell’Arcigay, Antonello Sannino col suo compagno entrambi di Torre Annunziata

“La legge sulle unioni civili cambierà la cultura dell’Italia. Non è un matrimonio e non lo vogliamo per uscire fuori dalla dinamica della normalizzazione”. Niente confetti o abiti bianchi, nessuna manifestazione fin troppo colorata o cerimonia da «sposi». Invece una forte rivendicazione di diritti. Per la comunità lgbt, per le coppie omosessuali, e per tutto il Paese. Antonello Sannino e Danilo Di Leo oggi presentano la prima richiesta di unione civile, un passaggio che appare simile a una “promessa di matrimonio”, e sfondano il muro dei pregiudizi e delle incomprensioni, soprattutto al Sud. L’appuntamento è alle 11 nella sala Giunta del Comune. La cerimonia è molto semplice, con una domanda di unione civile che verrà consegnata all’assessore alle Pari opportunità, Daniela Villani. “Eravamo preparati – racconta Antonello Sannino – eppure è stata una sorpresa. Per esempio la possibilità di scegliere il doppio cognome: non è una sciocchezza, è un modo per mettere i componenti della coppia sullo stesso livello, anche se noi non abbiamo optato per questa scelta per non cambiare cose burocratiche come il codice fiscale”. Il Comune aveva provato a anticipare la legge istituendo, primo in Italia, il registro delle unioni civili già nel febbraio 2012. Dopo l’approvazione della Legge Cirinnà, c’era stato un qualche ritardo nel predisporre le procedure ma dallo scorso 8 agosto le coppie omosessuali che desiderano sottoscrivere le unioni civili possono presentare la richiesta, e quello di Antonello e Danilo, a settembre, sarà una delle prime unioni in Italia. “Stiamo insieme da sei anni – spiega ancora Sannino, presidente dell’Arcigay – e volevamo andare a convivere in autunno. Visto che c’era questa opportunità, abbiamo deciso di sancire pubblicamente la nostra unione. Dal punto di vista emotivo abbiamo faticato a comunicarlo, poi ha prevalso la voglia di applicare una legge che è una rivoluzione e che cambierà la cultura del Paese. È un’ottima legge anche se manca un pezzo, quello relativo alle adozioni. Ma lo raggiungeremo. La cosa importante è che i diritti più importanti sono garantiti”. Antonello e Danilo non pensano, per ora, all’adozione. Rivendicano, invece, la scelta dell’unione civile, «non vogliamo un matrimonio – ripetono – per uscire fuori dalla dinamica di normalizzazione”. E rivendicano l’aver scelto una cerimonia semplice («chi vuol fare altro – sottolinea – è liberissimo, la nostra è una questione di impostazione culturale»), che si tradurrà solo in una firma. “L’unione civile è un riconoscimento pubblico del nostro stare insieme – spiegano ancora – e una difesa dei nostri diritti come coppia. Poi in privati, nell’intimo ci sarà una festa con amici e parenti. Ci sarà anche il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, noi siamo torresi ed è per noi importante che ci sia la presenza della nostra comunità che in questi anni non ci ha mai fatto oggetto di discriminazioni”.

 

(fonte il mattino)


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