Archiviate le accuse di camorra contro il parlamentare Luigi Cesaro

Il gip di Napoli Alessandra Ferrigno ha accolto la richiesta dei pm di archiviazione per i reati di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso e turbativa d’asta a carico del parlamentare Luigi Cesaro (FI). Cesaro era stato coinvolto in una inchiesta che il 23 luglio 2014 aveva portato a diversi arresti e a una richiesta alla giunta parlamentare di autorizzazione al suo arresto. A renderlo noto il suo avvocato difensore, Vincenzo Maiello. “Il provvedimento – spiega il legale – spazza via una contestazione che era apparsa, sin da subito, contraria ai fatti. Va anche pero’ detto che l’epilogo della vicenda ci restituisce l’immagine di una giustizia non prigioniera di pregiudizi e che, sapendo rivedere le proprie iniziali determinazioni, nel confronto con le ragioni di innocenza dell’accusato, si mostra all’altezza della propria funzione, nella quale il mio assistito ha sempre confidato”. Cesaro era stato chiamato in causa dalle dichiarazioni di un elemento di vertice dei Casalesi, poi pentitosi, Luigi Guida, detto ‘o drink, in una vicenda di appalti irregolari per l’area Pip di Lusciano all’epoca in cui era presidente della Provincia di Napoli.

“L’archiviazione delle accuse che vennero contestate all’onorevole Luigi Cesaro nel luglio 2014, con un ordinanza di custodia in carcere, spazza via una contestazione che era apparsa, sin da subito, contraria ai fatti. Va anche però detto che l’epilogo della vicenda ci restituisce l’immagine di una giustizia non prigioniera di pregiudizi e che, sapendo rivedere le proprie iniziali determinazioni, nel confronto con le ragioni di innocenza dell’accusato, si mostra all’altezza della propria funzione, nella quale il mio assistito ha sempre confidato”. Così il professor Vincenzo Maiello, legale dell’onorevole Luigi Cesaro, rende nota l’archiviazione dalle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta pronunciata dal Gip Alessandra Ferrigno che ha accolto le analoghe richieste della Direzione Distrettuale Antimafia. Per Maiello la decisione del Gip conferma che “la ricostruzione giudiziaria dei fatti e delle responsabilità è affare delicato e complesso che non può cedere alle interessate semplificazioni di quanti costruiscono sulle indagini verdetti anticipati di colpevolezza”. Le accuse all’esponente di Fi erano state fatte da pentiti e riguardavano un presunto accordo con appartenente al clan dei casalesi per assegnare un appalto nell’ambito del PIP (Piano di insediamento produttivo) di Lusciano in provincia di Caserta.


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