Baby gang assale la parlamentare Pd, Annamaria Carloni e moglie di Bassolino in pieno centro a Napoli

La parlamentare del Pd, Annamaria Carloni, moglie dell’ex sindaco di Napoli e Governatore della Campania, Antonio Bassolino è stata assalita da una baby gang in pieno centro a Napoli. Lo ha spiegato lei stessa in un post su facebook nel quale ha scritto: “Ieri alle 17 circa in piazza della Borsa a Napoli mi sono imbattuta in una cosiddetta baby gang. Ovvero una decina di ragazzini totalmente fuori controllo tra i sette e i 14 anni all’incirca. Sembravano un branco furioso e urlante che avvicinava i passanti al solo scopo di provocare e terrorizzare. Mi sono sentita completamente impotente. Poi dopo essere salita su un taxi ho avvertito un senso di dolore acuto al petto; ho ripensato a tutte le iniziative di quest’ultimo anno, alle lotte, agli impegni presi e strappati al governo, per esempio le scuole aperte il pomeriggio… Tutto mi è sembrato terribilmente inadeguato”. La parlamentare poi ha spiegato nei dettagli l’accaduto al quotidiano Il Mattino in edicola oggi: “Era un gruppo nutrito di ragazzini, i più piccoli avranno avuto sì e no sette-otto anni. Tutti evidentemente della zona, residenti nelle stradine a ridosso della piazza. Aggredivano i passanti e chiunque capitasse loro a tiro: e quel che mi ha colpito di più è che nel loro atteggiamento c’era una chiara forma di intimidazione, una spavalderia selvaggia e paurosa. In quei frangenti la zona – per quanto popolata – era un deserto di divise. Non ho visto forze dell’ordine né agenti della Municipale e questo è uno dei motivi che mi hanno spinto a scrivere il post su Facebook; perché quello che mi ha colpito è che questa baby gang si muoveva e operava indisturbata in una zona centralissima… Ci vuole qualcosa di più risolutivo rispetto alle misure finora adottate, spesso anche dal volontariato, sempre in prima linea contro tutte le forme di disagio, anche minorile. Episodi come questi generano un senso di impotenza e di sconforto che rischiano di vanificare la messe di iniziative, che pure ci sono e vengono animate da chi cerca di cambiare le cose. La mia opinione è che ognuno deve fare la propria parte. Anche noi parlamentari. È tempo di mettere mano anche a interventi legislativi, tanto per cominciare abbassando il livello dell’età punibile. Poi, siccome da sole la prevenzione e la repressione non bastano, bisogna lavorare sulle famiglie. Se in quella piazza ci fossero state le forze dell’ordine avrebbero potuto identificare i genitori di quegli scalmanati. Identificandoli, si sarebbe dovuto andare a parlare con loro, valutando anche le condizioni in cui quei bambini vivono la vita tra le mura domestiche. Ove le famiglie non fossero in grado di dare risposte sul comportamento dei figli, allora dovrebbero intervenire i servizi sociali. Perché dietro quei comportamenti spudoratamente aggressivi e antisociali c’è di sicuro un disagio forte, che ha superato ogni livello di guardia”.


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