Camorra: ecco come i Morico “Re del pane” imponevano il prodotto nel Casertano e a Giugliano. I ruoli e i personaggi

I commercianti del casertano erano costretti ad acquistare il pane del clan dei Casalesi, prodotto dall’imprenditore Gianni Morico, titolare del marchio omonimo e anche di un elegante bar di Santa Maria Capua Vetere  che per garantirsi il risultato ricorreva ai “servigi” di Mario Maio, esponente di spicco di un’altra fazione, quella riconducibile a Francesco Schiavone, detto “Sandokan”, personaggio facente parte della cosiddetta “manovalanza” della cosca, che si occupava anche di riscuotere il denaro delle estorsioni. La circostanza emerge dalle indagini che oggi hanno portato all’arresto di nove persone e al sequestro di beni (aziende e società) riconducibili alla fazione Zagaria del Clan dei Casalesi del valore di circa 18 milioni di euro. Il clan imponeva il suo pane ai commercianti di numerosi comuni: Grazzanise, Cancello ed Arnone, Pastorano, Santa Maria Capua Vetere, Sparanise, Teano e Giugliano in Campania. Il cugino del boss Michele Zagaria, Pasquale Fontana (figlio di una sorella del padre del capoclan, ndr), invece, dava indicazioni riguardo gli investimenti da fare. Non solo, a lui spettava anche designare coloro che avrebbero ricoperto il ruolo di prestanome. Morico e Maio si occupavano anche di mettersi d’accordo con le altre fazioni del clan riguardo la ripartizione delle aree di distribuzione dei prodotti da forno e degli utili. Le misure cautelari e il provvedimento di sequestro sono stati emessi dal gip del Tribunale di NAPOLI su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea.

Rilevanti le figure di Nicola Del Villano 48enne pregiudicato oggi sorvegliato speciale con obbligo di dimora, autista e uomo di fiducia del boss Michele Zagaria, e di pasquale Fontana 46enne cugino del boss, che avevano assunto un ruolo di spicco nella fazione casalese.I due organizzavano incontri riservati tra loro e altri personaggi vicini al clan, tra cui un imprenditore attivo nella produzione di prodotti da forno distributi in tutta la provincia di Caserta, in cui si stabilivano le strategie di investimenti. Il 48enne era intervenuto anche su richiesta di questo imprenditore per la distribuzione del pane nel casertano nonché controllando personalmente, affidando compiti di gestione a suoi prestanome, l’andamento delle attività economiche del clan. Il 46enne invece si occupava di indicare luoghi e obiettivi in cui agire. Ruolo di spicco altrettanto decisivo era quello di un 46enne del clan Schiavone che pianificava e organizzava con l’imprenditore lo smistamento del pane nel casertano, intervenendo direttamente per imporne l’acquisto e concludendo accordi con altre fazioni camorristiche per la ripartizione delle zone.

Nella nota a firma del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli si sottolinea che sono stati acquisiti inconfutabili elementi investigativi sull’esistenza di un sodalizio criminale orchestrato in modo da imporre l’acquisto del pane a moltissimi esercenti del casertano, in particolare di Grazzanise, Cancello Arnone, Pastorano, Santa Maria Capua Vetere, Sparanise, Teano e Giugliano in Campania. Per gli inquirenti un ruolo importante, oltre quelli svolti da Del Villano e Fontana, è stato ricoperto nell’ambito del sodalizio da Mario Maio, 46 anni, esponente di spicco del clan Schiavone. Era lui, insieme con Gianni Morico, a pianificare e organizzare il servizio di smistamento del pane su tutto il territorio casertano. Lo stesso Maio si occupava personalmente di imporre l’acquisto del pane alle imprese legate al clan e concludeva accordi con altre fazioni camorristiche (tra cui quella di Michele Zagaria rappresentata da Nicola Del Villano) per ripartire le aree del territorio nelle quali distribuire i prodotti, stabilendo anche modalità strategiche per la condivisione degli utili.

Dalle indagini è emerso anche che i due fratelli Gianni e Vincenzo Morico, di 44 e 49 anni per un periodo, si sono fatti letteralmente la guerra, avvalendosi di personaggi appartenenti alla mafia casalese, con l’obiettivo di imporre i propri prodotti ai malcapitati commercianti. La rivalità tra i due fratelli, poi, venne appianata con un’alleanza nell’ottobre del 2014. Sempre da quanto emerso dalle indagini, il guardaspalle dell’ex boss Michele Zagaria, Nicola Del Villano, 47 anni, e il cugino del boss soprannominato “capa storta”, Pasquale Fontana, 46 anni (entrambi finiti in carcere), avrebbero condizionato il voto dei cittadini e, di conseguenza, la composizione degli organismi politici locali. Voti che finivano a candidati “graditi” al clan. L’imprenditore Gianni Morico, titolare della società “Morico&Morico”, che si occupa della vendita e della distribuzione del pane nel Casertano e anche in parte del Lazio, oltre a imporre i suoi prodotti avvalendosi della forze intimidatrice del clan dei Casalesi, monetizzava gli assegni bancari di Del Villano e di Fontana consegnando in cambio denaro contante. Soldi che servivano a finanziare il clan e le sue attività. Inoltre faceva investimenti per conto della mafia casalese avviando e gestendo società riconducibili all’organizzazione criminale.

GLI ARRESTATI

 NICOLA DEL VILLANO  di Cancello ed Arnone (arresti domiciliari)

LUIGI AMMUTINATO di Grazzanise

PASQUALE FONTANA  di San Cipriano d’Aversa

PASQUALE LIVINIO di Caserta (arresti domiciliari)

MARIO MAIO di Santa Maria Capua Vetere

GIOVANNI MORICO di Grazzanise

VINCENZO MORICO di Grazzanise (ex vice sindaco)

PASQUALE PIRRAGLIA di Cancello ed Arnone (arresti domiciliari)

SALVATORE ROCCO di Cancello ed Arnone

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