Ennesima beffa ai risparmiatori Deiulemar: arrivano i mini-rimborsi, ma pieni di errori

E’ l’ennesima beffa per  gli oltre 13mila risparmiatori della Deiulemar: un’attesa lunga più di quattro anni e mezzo per ricevere appena l’uno per cento di quanto dovuto e scoprire che sull’assegno circolare manca il cognome, che il codice fiscale non è corretto e gli importi sono sbagliati. È questo il nuovo capitolo del tormentato fallimento della Deiulemar. Il rimborso è quello irrisorio spettante a ognuno dei risparmiatori “truffati” del gruppo armatoriale, atteso dal maggio 2012, quando il tribunale di Torre Annunziata dichiarò il fallimento della Deiulemar. Ora i primi assegni sono arrivati: 10 euro per ogni mille investiti. Nulla. Ma moltiplicati per 13mila creditori, i numeri sono consistenti. Non a caso, di questi possibili rimborsi si parla da quasi un anno. Era lo scorso ottobre quando la curatela fallimentare (composta da Giorgio Costantino, Antonella De Luca e Vincenzo Masciello), pressata dalla richieste degli obbligazionisti e del comitato dei creditori, trova in cassa i fondi necessari per dare un piccolo “obolo” a ognuno degli investitori beffati. All’epoca di parlava di uno 0,6%, salito poi all’1 per cento con successive verifiche.

Ora i titoli sono arrivati, ma pieni di errori. “Personalmente ho aperto dieci assegni dei quasi 1.500 recapitati ai miei assistiti -spiega l’avvocato Antonio Cardella, rappresentante dell’Unione nazionale consumatori -e la sorpresa è stata trovarne la metà con nominativi sbagliati, qualcuno perfino senza il cognome”. Ma le lamentele riguardano anche codici fiscali e importi non corretti. E ora? “Occorrerà rimandare indietro gli assegni – prosegue Cardella – pagando anche le spese di raccomandata. È vero, in una procedura così complessa l’errore ci può stare, ma aver preso tutto questo tempo doveva servire a evitare il caos. Senza contare i costi aggiuntivi: a me sono arrivate quasi 1.500 raccomandate quando sarebbe bastato un solo plico, con un risparmio nelle spese di spedizione. Avevo, e non solo io, consigliato di puntare a distribuire gli assegni in un luogo pubblico, come avviene ad esempio per gli scrutatori dopo le elezioni, ovviamente frazionando gli aventi diritto in più giorni grazie all’ordine alfabetico”.


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