Faida di Scampia: assolto Cosimo Di Lauro, ergastolo per gli Abbinante e il boss pentito Vincenzo Pariante

La Corte d’assise d’Appello di Napoli ha confermato le condanne all’ergastolo per Francesco e Raffaele Abbinate e Vincenzo Pariante per duplice omicidio di Fulvio Montanino e Claudio Silerno che diede il via alla prima faida di Scampia tra gli “scissionisti” e i Di Lauro. Tra gli assolti Cosimo Di Lauro (in primo grado aveva avuto 5 anni) e Lucio Carriola(in primo grado Lucio Carriola, accusato di favoreg- giamento, era stato condannato 3 anni e 4 mesi ma gli avvocati difensori sono riusciti a dimostrare che i pentiti che lo accusavano non erano credibili). Come ricorda Il Roma era il 28 ottobre del 2004 quando un’auto sperona una moto in via vicinale Cupa dell’ Arco. Dalla vettura uscirono due uomini armati di pistola e mitra che giustiziarono i due centauri. L’obiettivo era quello di mandare un segnale al padrino, senza però colpire i suoi familiari, affinché potesse ritornare in gioco, estromettendo il figlio Cosimo, malvisto dagli alleati. Obiettivo che non fu centrato perché Cosimo decise di rispondere con le armi, ignorando anche il consiglio del padre, arrivando persino a chiedere ai gruppi rimastigli fedeli di uccidere le mogli. Pariante è stato arrestato il 4 marzo 2015: si nascondeva proprio a Scampia in via Monte Rosa, all’interno dell’abitazione della moglie, dove si era recato nelle ore precedenti. Provò a sottrarsi alla cattura nascondendosi all’interno di un divano nel quale era sta- to ricavato un apposito ricovero. Vincenzo Pariante era il reggente dell’omonima famiglia malavitosa avendo assunto il ruolo ricoperto da suo fratello Rosario, detenuto dall’ottobre 2002, recentemente è diventato collaboratore di giustizia.  Per il duplice omicidio salierno-Montanino è in corso un altro processo ancora in primo grado in Corte di assise che vede imputati gli altri boss “scissionisti”. L’altro giorno Enzo Notturno si è dichiarato colpevole per evitare l’ergastolo. Prima di lui avevano attuato la stessa strategia processuale il capo della frangia degli “scissionisti” Cesarino Pagano, il nipote Carmine, l’altro boss Arcangelo Abete e Ciro Mauriello.  Il processo è stato rinviato al 25 ottobre prossimo quando il pm Stefania Castaldi della Dda di Napoli terrà la sua requisitioria e la richiesta di condanne.


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