“Ho deciso di pentirmi per un senso di giustizia”, pusher del clan Abete-Abbinante diventa collaboratore

Un insolito pentimento del nome della giustizia. E’ Amodio Marrone, detto “Nando” pusher degli “scissionisti” di Secondigliano. Ieri il procuratore generale ha annunciato in aula la sua decisione di passare con lo Stato durante il processo in Corte di appello contro 13 esponenti del gruppo degli Abete-Abbinante e ha depositato l’unica pagina di verbale redatta fino ad ora. “In primo grado sono stato assolto ingiustamente dal reato di camorra. e anche gli altri sono stati assolti ingiustamente dal 41 bis. Ho deciso di pentirmi per un senso di giustizia”. Come San Paolo folgorato sulla via di Damasco anche Marrone decide di passare con lo Stato per un improvviso senso di giustizia che lo ha colpito. Nella prossima udienza sarà ascoltato. Amodio Marrone era già stato arrestato nel 2005 nella famosa inchiesta “Terra bruciata”, quella in cui fu scoperto un traffico internazionale di droga nelle casse da morto e per per questo fu condannato a 10 anni di carcere. Poi nel 2013 è stato colpito da una nuova ordinanza insieme con gli altri dodici imputati del processo. Inchiesta nata dalle dichiarzioni del pentito Giovanni Marino che aveva svelato il giro di estorsioni nei comuni di Melito e Mugnano da parte degli Abete-Abbinante di cui Marrone faceva parte.


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