Il presidente del Tribunale di Napoli, dotto Ettore Ferrara scrive in relazione agli articoli relativi a provvedimenti giudiziari emessi da magistrati della sezione GIP del Tribunale di Napoli sulla vicenda del rigetto degli arresti di tre esponenti di spicco dei clan in guerra nel rione Traiano.
Scrive il presidente Ferrara: “Senza ovviamente minimamente disconoscere l’importanza del diritto di cronaca e del diritto di critica, sento in proposito il dovere di stigmatizzare tale collegamento (a mio avviso assolutamente apodittico e comunque del tutto inopportuno) tra la decisione di un giudice e i drammatici fatti riferiti, perché con tutta evidenza fondato sull’insinuazione di un errore del giudice quanto meno nella prima vicenda processuale smentito dal giudicato cautelare formatosi sul provvedimento di rigetto della dott.sa De Ruggiero, confermato dal Tribunale del Riesame con decisione non più impugnata dallo stesso P .M .
Estremamente grave mi appare inoltre la pretesa di scaricare sul Giudice la responsabilità di fatti criminosi, per il solo fatto di aver – nell’esercizio autonomo della sua funzione giurisdizionale, adottato un  rovvedimento diverso da quello auspicato dal P.M. Tutto ciò senza considerare le “inesattezze” contenute ad colorandum in uno degli articoli, laddove si lamenta “un ritardo” di sei mesi nella decisione negativa del GIP nella seconda vicenda processuale, laddove la decisione, nonostante la delicatezza dei fatti contestati, è intervenuta a distanza di non più di cinque mesi dalla richiesta, come del resto si evince dallo stesso contenuto dell’articolo. Ma la cosa che mi appare ancor più grave è la leggerezza con la quale si riporta negli
articoli in questione (senza alcuna necessità ) l’indicazione nominativa del giudice autore del provvedimento criticato, con il rischio assolutamente concreto che l’esposizione mediatica che ne consegue determini la messa in pericolo dell’integrità fisica dello stesso e dei suoi familiari. Grandi responsabilità hanno nell’attuale momento storico i magistrati del Tribunale di Napoli e primi tra tutti i GIP. Attribuire a questi servitori dello Stato ancor più gravose preoccupazioni rispetto a quelle che già comporta l’immane compito di decidere in prima istanza sulla libertà personale oltre che ingiusto. E’ ingeneroso e probabilmente assolutamente fuor di luogo.