Prima di pentirsi il boss Carlo Lo Russo, ultimo in ordine di tempo dei “Capitoni” di Miano a passare dalla parte dello Stato aveva deciso di fare piazza pulita attornio a se. Non si fidava quasi più di nessuno. Era diventato cattivo e spietato. Aveva pensato addirittura di uccidere Rosario De Stefano nonostante quest’ultimo fosse stato decisivo per la penetrazione dei killer alla Sanità in occasione dell’agguato a Pietro Esposito. “Sapeva troppo e all’inizio avevo pensato di uccidere Rosario per paura che potesse rivelare l’accaduto, ma poi lasciai perdere in quanto è comunque l’ex compagno di Antonella”.
Con Carlo Lo Russo era d’accordo, secondo quanto riferito dall’ex ras pentito di Miano, Ciro Perfetto, uno dei due sicari entrati in azione il 15 novembre 2015 in piazza San Vincenzo. In particolare, il figlio del ras detenuto Raffaele Perfetto detto “muss’ e’ scigna” (nipote del boss pentito Salvatore Lo Russo “Totore Capitone”), guidava il motorino mentre Luigi Cutarelli sparava. Fu quest’ultimo, descritto anche da due testimoni come “alto e magro”, a fare fuoco alla testa di “Pierino” per dargli il colpo di grazia.
“Avevo saputo da Antonella (De Musis, la nuova compagna di Carlo Lo Russo, anch’ella collaboratrice di giustizia) che persona era questo Rosario, cioè un rapinatore e uno che faceva in particolare “fili di banca”. Gli dissi chiaramente che mi serviva un appoggio nella Sanità per uccidere Pietro Esposito: una casa. Lui si mise subito a disposizione, mi disse che si poteva fare e si offrì di fare il filo, di fare lo squillo con il telefonino come poi ha fatto. Ciro e Luigi erano presenti quando ho chiesto l’appoggio a Rosario, ma parlavo io e non loro. Si consideri che Ciro e Luigi sono conosciuti alla Sanità, Ciro ha anche dei parenti che vivono là ed era pericoloso farsi vedere in giro. Perciò dissi a Rosario di passare a prenderli durante la notte. Gli mostrai la casa in cui si appoggiavano e gli feci vedere anche il citofono. La notte stessa Rosario li andò a prendere e io tornai a casa mia, ma non parlai con mia moglie di questa organizzazione. Non potevo parlare con lei di Rosario, che era l’ex compagno di Antonella. Il giorno dopo, cioè il venerdì, come sempre andai da Antonella a Mugnano e mi sono intrattenuto aspettando che Ciro e Luigi (Perfetto e Cutarelli, ndr) venissero e mi facessero sapere. Loro mi avevano assicurato che si sarebbero ritirati solo a lavoro compiuto, cioè dopo aver ucciso Pietro Esposito”.