La statua di Genny Cesarano in piazza Sanità per ricordare le vittime innocenti della camorra

Il suono delle campane, un lungo appaluso, i palloncini bianchi fatti volare in aria e poi i genitori del ragazzo hanno poi scoperto la statua di Genny Cesarano in piazza Sanità esattamente dove un anno fa il giovane 17enne fu ucciso dal fuoco barbaro della camorra. Il suo quartiere, il martoriato rione sanità ha voluto così ricordare un proprio figlio vittima innocente della barbarie della camorra. Prima una cerimonia religiosa nella Basilica di Santa Maria della Sanità,  con la santa messa concelebrata da don Antonio Loffredo, don Angelo Berselli, don Giuseppe Rinaldi e padre Alex Zanottelli. Al centro della navata tutti gli amici di Genny. Uno striscione ricavato da un lenzuolo bianco appeso all’esterno della chiesa recitava: “Tu riest’o core da Sanità. Cià o Ge’, Cià…”.

 A loro, alla gente del quartiere, padre Loffredo si è rivolto durante la sua omelia. “L’anno scorso, questo giorno fu tristissimo – ha ricordato – una domenica mattina difficilissima cui seguì la messa celebrata in piazza con padre Alex”. Dal primo momento “voi, suoi amici e che lo conoscevate, avete scritto e detto: ‘Genny vive’ e avete fatto bene perché lui continua a vivere per voi”. Padre Goffredo ha ricordato l’albero piantato, la ‘pietra’ con la scritta “Difendi la vita” fino alla decisione di una statua che ricordasse Genny. “Sentiamo spesso che le cose qui non cambieranno mai – aggiunge – a loro rispondete: ‘Se non sei stato capace tu ok, ma non dire a me che ho già perso e non sono capace di farlo’. Non fatevi ingannare da chi ha perso nella vita”.

Le due cerimonie, quella religiosa alle ore 18 e subito dopo l’inaugurazione della statua erano state annunciate giorni fa sulla pagina Facebook ufficiale della Fondazione San Gennaro: «Genny non è andato via e continua a giocare, ma ora lo fa con gli angeli» era la frase che accompagnava l’annuncio. La statua è stata chiamata “In-ludere”, che significa “giocare contro”, per contrastare quel potere che ha spezzato la vita di Genny in quel pomeriggio di settembre dello scorso anno. Paolo La Motta è un artista locale che aveva conosciuto Genny quando, a 13 anni, partecipò a un suo laboratorio di scultura.


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