Una lettera con un messaggio inequivocabile accompagnata da tre poriettili calibro 9×21. Tre pagine con i nomi di tutti i familiari i Atonio Iovine ‘o ninno il super boss dei Casalesi ora pentito. E in calce la firma “il clan”. La lettera è stata trovata domenica mattina in una cappella gentilizia del cimitero di San Cipriano d’Aversa, poggiata su una tomba di un parente dell’ex boss, Nicola Fontana. La donna che ha trovato la lettera domenica ha subito telefonato ai carabinieri che hanno avvisato subito la Dda e aperto un’inchiesta. Come riporta l’edizione di Caserta de Il Mattino il messaggio che i nuovi casalesi starebbero lanciando sarebbe in sostanza questo: “Isolate Nicola Fontana perché sta sperperando i soldi di Tonino Iovine, isolate anche i Mastrominico e tutti i parenti di Iovine il pentito. Firmato, il clan”.Ed allora chi pensava di aver sconfitto la camorra a Casal di Principe e dintorni si sbagliava. Tutte le persone citate nella lettera, circa una trentina, hanno in comune una cosa: hanno scelto di non aderire al programma di protezione del Ministero dell’Interno per i parenti dei pentiti. Nel caso dei due fratelli Pasquale e Giuseppe Mastrominico era quasi impossibile, essendo stati condannati a otto anni in primo grado per aver ottenuto appalti grazie al clan. Ma tutti sono rimasti a San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, Casal di Principe e Villa Literno: fortini indiscussi del gruppo criminale fino a qualche anno fa. La realtà è che i Casalesi sono a pezzi. Iovine è pentito. Michele Zagaria, l’altro superboss, è al 41bis. Le minacce alle persone citate nella lettera sono reali. Nicola Fontana è il marito di Rachele Iovine, sorella dell’ex latitante ora collaboratore di giustizia Iovine «o’ninno». La moglie di Fontana è anche cugina della moglie dell’ex senatore Lorenzo Diana, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Non solo. La sorella di Nicola Fontana, imprenditore di San Cipriano, è la moglie di Pasquale Mastrominico, uno dei due fratelli imprenditori che hanno ottenuto appalti milionari proprio per lapresunta vicinanza a Iovine, stando ai magistrati del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Da due giorni, le indagini stanno cercando di ricostruire i fatti. I pm Maurizio Giordano e Catello Maresca della Procura Antimafia di Napoli sono a lavoro. Liberi, da qualche mese, ci sono alcuni ex affiliati che hanno ricominciato a batter cassa e a dettare legge. Il clan dei Casalesi non è morto.