“Mi pento e chiedo scusa alla famiglia”, il boss Pietro Papale evita l’ergastolo per l’omicidio di Peppe ‘o svizzero

“Chiedo scusa alla sua famiglia. Mi pento per quello che ho fatto e per il male che ho arrecato”. Grazie a questa dichiarazione fatta in aula, sulla falsariga di quanto stanno facendo da alcuni mesi importanti capi camorra napoletani, che il boss di Ercolano, Pietro Papale, ha evitato l’ergastolo. Era imputato nel processo per l’omicidio del cutoliano Giuseppe Serra, detto Peppe ‘o svizzero, avvenuto avvenuto il 6 giugno 2007  in viale Campania a Torre del Greco. Con il capo clan sono stati condannati a 20 anni di carcere anche Bartolomeo Palomba e Sebastiano Tutti. Ergastolo invece per il killer Pasquale Grazioli mentre Francesco De Blasio ha ottenuto gli sgravi di pena destinati ai collaboratori di giustizia con una condanna a dieci anni di carcere. E’ stato proprio il pentito a fare luce un omicidio destinato a rimanere un “Cold case” raccontando i timori dei clan di Torre del Greco ed Ercolano del ritonro in libertà di Peppe ‘o svizzero uscito l’anno prima dopo 25 anni di cella per aver preso parte nel 1978 all’omicidio del consigliere comunale di Ottaviano, Pasquale Cappuccio. Secondo i pentiti la vittima fu convocata per una finta riunione nel fortino dei di Gioia di corso Garibaldi di Torre del Greco. Ma quando la riunione in cui si discusse di tutto e di niente terminò, scattò la trappola. Grazioli lo insguì csu uno scooter guidato da Bartolomeo Palomba e lo uccise con cinque colpi di pistola.

 


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