Napoli, babygang nella galleria Umberto: picchiato volontario

Napoli sempre più violenta e nelle mani di giovanissimi pronti a scaricare pugni e calci su chi prova a frenare la loro prepotenza. È il caso della Galleria Umberto I dove il rischio di incappare in brutti episodi è ormai quasi l’ordinario e dove dopo le 22.00 significa diventare ostaggio di baby gang ed episodi da arancia meccanica come è capitato a Mario Vitrone, 33enne napoletano, protagonista dell’ultimo brutale episodio da branco. “Mi hanno colpito con pugni, calci e lanci di uova fino a buttarmi dalle scalinate che affacciano sul San Carlo, urlavano che davo fastidio e quel territorio è il loro”, ha spiegato a Il Mattino il volontario. L’assalto contro il 33enne originario della Sanità e impegnato in attività di volontariato per tossicodipendenti e clochard è cominciato poco dopo le 23 del 1 settembre, quando l’uomo che si stava recando nella zona del Museo archeologico ha notato un gruppetto di ragazzini che accerchiavano un barbone e lo colpivano con schiaffi e pugni. “Ho visto una decina di giovanissimi che stavano malmenando un clochard accovacciato sul pavimento della galleria e istintivamente ho avanzato il passo dirigendomi verso di lui quando sono arrivato vicino alla vittima ho cercato di fargli da scudo e calmare i ragazzini che mi hanno preso d’assalto”. In una manciata di secondi il branco ha cominciato a colpire con schiaffi, calci e pugni anche Mario lanciandogli contro le uova che avevano nei borsellini a tracolla. “Alcune uova mi sono finite negli occhi quindi ho dato la schiena agli aggressori che continuavano a malmenarci – spiega Mario ancora dolorante- cercavo di aiutare il clochard ad alzarsi ma più resistevo più i ragazzini diventavano aggressivi e sboccati’. Il gruppetto, descritto come una decina di soggetti tra i 15 ed i 17 anni, ha spinto i due giù per le scalinate del lato della Galleria che affaccia sul San Carlo gridando contro il volontario: ti devi fare i fatti tuoi’. Quando mi sono rialzato da terra uno srilankese mi ha aiutato a pulirmi e mi ha detto che anche loro che hanno le bancarelle in zona sono vittime delle baby gang- aggiunge Mario- dopo essermi ripreso sono andato in cerca di una volante della polizia a cui ho raccontato tutto l’accaduto ma oramai il branco era fuggito via’.

 

 


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