C’è un fermato per la rissa sfociata nel sangue sabato notte nella movida di Chiaia dove un ragazzo di Giugliano è rimasto ferito da un colpo di pistola per difendere un amico che era stato agredito da una baby gang. Si tratta di un 20enne dei Quartieri Spagnoli già noto alle forze dell’ordine. Ma il sangue e la violenza nella Movida napoletana e le scorribande delle baby gang non si sono fermate neanche l’altra notte nonostante i più assidui controlli delle forze dell’ordine. Altri due pestaggi a sangue nel centro e in un caso c’erano addirittura delle ragazzine che incitavano alla violenze i coetanei contro un 15enne straniero. E così per per cercare di porre un freno all’esclation di violenza delle baby gang che arriva un piano messo a punto dalla Prefettura coordinato interforze che suddivide e in certi casi accorpa i singoli quartieri che, di volta in volta e a rotazione, ricadono sotto il controllo della polizia, dei carabinieri, e in parte anche della finanza. È un piano che sulla carta garantisce la totale copertura delle macroaree metropolitane. Con forze in campo anche adeguate ed efficaci. In più, da mesi, le strade di Napoli sono presidiate dall’Esercito. Non solo a tutela dei cosiddetti “obiettivi sensibili” o in funzione antiterrorismo, ma nell’ottica di liberare unità e pattuglie di polizia e carabinieri in modo da destinarle a compiti investigativi e di prevenzione e controllo del territorio. Non è finita. Questura e comando provinciale dei carabinieri hanno da tempo avviato un progetto interforze che punta sulla “georeferenzialità ”. Significa che le forze dell’ordine – in primis l’Ufficio prevenzione generale guidato dal primo dirigente Michele Spina e il nucleo Radiomobile dei carabinieri coordinato dal maggiore Alessandro Dominici si parlano, si scambiano informazioni essenziali per il controllo del territorio. Solo conoscendo i luoghi in cui maggiore è l’incidenza dei cosiddetti “reati di strada” si è in grado di prevenirli. La Questura di Napoli ha addirittura elaborato un software che si chiama “Xlaw” (dove la lettera X è una variabile), nel quale si inseriscono i dati delle denunce fatte alla Polizia di Stato. In questo modo si è in grado di riconoscere le “serialità ”, per esempio rapine commesse da persone con lo stesso tipo di casco o moto. I risultati vengono esaminati, elaborati e poi trasmessi alla Squadra mobile”. Anche se tutto questo, naturalmente, non riuscirà a garantire la delittuosità a tasso zero. Napoli non sfugge alle regole che sono poi le stesse che ricadono su ogni altra metropoli italiana, europea o mondiale. Impossibile azzerare il crimine. E su questo ha ragione chi sostiene che a Parigi, come a Barcellona o a molte altre città i tassi di microcriminalità raggiungono tassi anche superiori al nostro.