Qualiano. Muore dopo aver dato alla luce il suo quarto figlio: una morte sospetta sulla quale indaga la Procura e l’Asl. Immacolata Minichino, 32 anni, originaia del quartiere Cavalleggeri ma da anni residente a Qualiano è deceduta venerdì scorso dopo aver partorito con taglio cesareo. Era ricoverata dal 16 luglio nel reparto di ginecologia e ostetricia del secondo Policlinico, un ricovero cautelativo, per la fine di una gravidanza che sembrava a rischio. Ma le sue condizioni generali sembravano buone, tanto che venerdì pomeriggio, i medici hanno deciso di farla partorire. E’ entrata in sala parto e dopo poco, l’annuncio della nascita di M., ma dalle 15,30 fino alle 20,30, la 32enne è rimasta in sala operatoria. In serata l’annuncio: “Immacolata Minichino non ce l’ha fatta”. La disperazione dei parenti è grande, il marito e il fratello della donna, Gennaro, si feriscono scaricano la rabbia per una morte assurda in quella corsia di ospedale. Probabilmente è stata un’emorragia devastante a provocarne la morte, ma questo lo accerterà l’esame autoptico disposto dalla Procura di Napoli. I familiari, il marito Roberto, pizzaiolo che insieme a Immacolata gestiva una pizzeria proprio a Qualiano, non riescono a darsi pace e poche ore dopo il decesso hanno presentato una denuncia al Commissariato di polizia di Qualiano. Sono state sequestrate le cartelle cliniche. Ad operarla l’équipe del professore Pasquale Martinelli, responsabile delle emergenze ostetriche e ginecologiche del secondo policlinico. Secondo i medici, la morte è dovuta a complicanze dovute alla placenta previa. L’Asl ha disposto un’indagine interna avviata dal direttore del secondo policlinico Vincenzo D’Onofrio che ha chiesto ai medici legali di avviare un riscontro diagnostico.
Una morte che ha spezzato la gioia per la nascita del bimbo e in città, amici e parenti, non riescono a darsi pace. In molti ricordano Imma alla cassa della pizzeria ‘Re pummarulella’ di via Campana, al confine di Villaricca. Sempre disponibile, sorridente, una lavoratrice instancabile – dicono di lei – le persone che la conoscevano. Sui social numerosi messaggi di cordoglio e di affetto. Fino a poche ore prima del parto raccontava del suo ricovero, serenamente, rassicurava tutti. I parenti non si danno pace. A parlare è il fratello Gennaro, incredulo per una morte inaspettata e assurda. “Mia sorella ha dato alla luce suo figlio attorno alle 15,30, ma poi non riuscivamo a capire del perché non uscisse dalla sala parto – racconta – . Vedevamo un viavai frenetico di medici ed infermieri ma, nonostante chiedessimo cosa stava succedendo, nessuno, anche in maniera supponente, ci diceva nulla. Poi alle 20 i medici ci hanno detto: ‘Ci dispiace, ma la signora non ce l’ha fatta’. La disperazione non ci dà pace. Vogliamo giustizia e chiarire cosa è accaduto”.