Alcuni provano il test per la prima volta, sono freschi di diploma, altri lo ritentano dopo l’ano scorso e c’è anche chi, a 57 anni, si mette in gioco per la prima volta. Sono gli aspiranti medici, oltre 4mila, che stamani si sono sottoposti alla selezione per essere ammessi alla Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Federico II di Napoli. I candidati si sono presentati alle 8 del mattino per espletare alcune formalità burocratiche. In tanti si sono fatti accompagnare dai genitori che sono rimasti in attesa all’esterno del complesso universitario di Monte Sant’Angelo. Antonella è la mamma di una delle ragazze, Anna, 19 anni. “Sono un medico e sono più in ansia oggi di quando ho sostenuto il mio esame di Anatomia patologica – racconta – Tenta il test per la seconda volta, lo scorso anno non è stata ammessa, si è iscritta alla facoltà di Farmacia, e quest’anno ci riprova”. Ciro e Luigi sono i papà di due ragazzi freschi di diploma. I loro figli, Antonio e Mattia sono stati compagni di scuola al liceo e insieme si sono preparati per il test di oggi. “Studiano da un anno – dice Ciro, papà di Antonio – A settembre 2015, a inizio anno scolastico, hanno cominciato a prepararsi in vista di questo test”. “Hanno messo da parte le vacanze, il viaggio del diploma, l’estate per studiare – afferma Luigi, papà di Mattia – Mio figlio, a marzo scorso, ha provato anche alla Cattolica, non è stato ammesso al primo colpo, ma ha buone speranze di entrare con lo slittamento delle graduatorie”. Da genitore, spera che il figlio alla fine scelga Roma: “E’ vero che ci sarebbe un diverso impegno economico, ma credo che lì ci sia maggiori possibilità lavorative terminati gli studi”. Trascorsi i 100 minuti a disposizione, gli aspiranti medici sono usciti alla spicciolata dalle 61 aule che sono servite per i test. La sensazione è che, a detta di molti, i test siano stati sì complessi, ma più semplici degli anni precedenti. Tra loro Gaetano Di Costanzo, classe ’59. “Mi sono voluto mettere alla prova e faccio il test per la prima volta – spiega – Se dovessi essere ammesso, da padre, lascerei il posto al primo dei non ammessi, ai giovani.La mia è curiosità, è stato questo che mi ha spinto a provare – afferma – credo che, però, sia giusto lasciare il passo ai giovani, questo è il loro momento. Ho tre figli già all’università, altri indirizzi, nessuno ha aspirazioni da medico”. Il signor Gaetano ha risposto a 50 domande sulle 60 che compongono il test. “C’erano domande di logica, cultura generale, fisica, matematica – aggiunge – Le più complesse sono state quelle di chimica, una materia nella quale non si può certo improvvisare”. “Ho trovato un’organizzazione molto puntuale da parte dell’Università – conclude Gaetano – mi guardavo intorno domandandomi se fossero tutti tutelati e devo dire che sì, avevano pensato a tutto” Curiosità, voglia di mettersi alla prova, sottolinea, sono stati i motivi che l’hanno spinto a provare. Michele Nicolò è uno dei membri della commissione esaminatrice. “Quest’anno abbiamo registrato un grande afflusso, in aumento rispetto allo scorso anno – fa sapere – e questo indica che la Federico II continua ad avere il suo fascino per i ragazzi che vogliono diventare medici”. I ragazzi di Link, l’associazione studentesca che ha una sede anche a Napoli, hanno affisso uno striscione contro il numero chiuso che, a loro avviso, preclude la strada in maniera “sbrigativa”. “E’ inaccettabile che uno studente in uscita dalle scuole superiori – dichiara Domenico Cristiano, responsabile di Link Napoli – non possa scegliere liberamente il suo percorso di studi, i test non valutano realmente la preparazione, ma vogliono selezionare i futuri studenti universitari”. E sul numero chiuso, Nicolò spiega che “in base alla mia esperienza i candidati che superano i test con il massimo dei voti sono quelli che arrivano più facilmente alla laurea in maniera brillante”. “Chi vale, nonostante tutti i limiti che un test può presentare – concluse – riesce ad entrare”.