Sono già tornati in libertà i tre guardaspalle del boss latitante Salvatore Barile sfuggito alla cattura dei carabinieri due notti fa. Il gip Conte non ha convalidato l’arresto di Gaetano Gemei, Gaetano Galiero e Gennaro Iuliano, ritenendo insufficienti i gravi indizi di colpevolezza. Accolta la tesi della difesa (avvocato Leopoldo Perone). I tre erano stati bloccati due notti fa durante un’operazione dei carabinieri che a Poggioreale avevano individuato un possibile covo del latitante Barile, nipote del boss Vincenzo Mazzarella ‘o pazz, e considerato uno dei reggenti del potente clan che da san Giovanni a Teduccio e Poggioreale ha esteso i suoi interessi fino a Forcella. I carabinieri avevano individuato il possibile nascondiglio del boss latitante, che deve scontare 4 anni di carcere,in una casa all’interno di un cortile in cima a una strada in salita in via San Giovanni De Matha. Poca luce, cancelli a protezione dei varchi, un cortile per sorvegliare chi va e chi viene. In strada, proprio lì davanti, c’era un gruppetto di persone. E’ stato guardandole che i carabinieri hanno riconosciuto il volto di Barile, il latitante che stavano cercando. C’era anche la moglie dell’uomo che ha poi urlato contro i militari quando li ha visti entrare in azione. E c’erano Gemei, Galiero e Iuliano che sono stati sottoposti a fermo per l’ipotesi di reato di favoreggiamento aggravato. Dell’uomo che per gli investigatori era Barile si sono perse le tracce. I carabinieri gli avevano imposto di fermarsi, ma lui è riuscito a dileguarsi passando per un cancello secondario, aiutato dagli altri presenti secondo le accuse, e tra le urla della moglie che gridava ai militari di non sparare.
